La vita di Benvenuto di Maestro Giovanni Cellini fiorentino, scritta, per lui medesimo, in Firenze/Libro secondo/Capitolo LXXXIX

Libro secondo
Capitolo LXXXIX

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Torna’ mi alla Loggia, dove io di già avevo condotto il Perseo e me l’andavo finendo con le difficultà già ditte, cioè senza dinari, e con altri accidenti, che la metà di quegli arieno fatto sbigottire uno uomo armato di diamanti. Pure seguitando via al mio solito, una mattina infra l’altre, avendo udito messa in San Piero Scheraggio, e’ mi entrò innanzi Bernardone, sensale, orafaccio, e per bontà del Duca era provveditore della zecca; e subito che appena ei fu fuori della porta della chiesa, el porcaccio lasciò andare quattro coreggie, le quali si dovettono sentir da San Miniato. Al quale io dissi: - Ahi porco, poltrone, asino, cotesto si è il suono delle tue sporche virtute? - e corsi per un bastone. Il quale presto si ritirò nella zecca, e io stetti al fesso della mia porta, e fuori tenevo un mio fanciullino, il quale mi facessi segno quando questo porco usciva di zecca. Or veduto d’avere aspettato un gran pezzo, e venendomi annoia, e avendo preso luogo quel poco della stizza, considerato che i colpi non si danno a patti, dove e’ ne poteva uscire qualche inconveniente, io mi risolsi a fare le mie vendette innun altro modo. E perché questo caso fu intorno alle feste del nostro San Giovanni, vigino un dí o dua, io gli feci quattro versi, e gli appiccai nel cantone della chiesa, dove si pisciava e cacava, e dicevano cosí:

Qui giace Bernardone, asin, porcaccio,
spia, ladro, sensale, in cui pose
Pandora i maggior mali, e poi traspose
di lui quel pecoron mastro Buaccio.

Il caso e i versi andorno per il palazzo, e il Duca e la Duchessa se ne rise; e innanzi che lui se ne avvedessi, e’ vi si era fermo molta quantità di populi, e facevano le maggior risa del mondo: e perché e’ guardavano inverso la zecca e affissavano gli occhi a Bernardone, avvedendosene il suo figliuolo mastro Baccio, subito con gran còllora lo stracciò e si morse un dito minacciando con quella sua vociaccia, la quale gli esce per il naso: ei fece una gran bravata.