La visita der Governo

Giuseppe Gioachino Belli

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L'arca de Novè Li fichi dorci
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833

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LA VISITA DER GOVERNO

     Du’ ggiorni doppo er fatto der cortello
Pe’ vvia de cuella Madalena affritta1
Se presentò un Abbate e ’r Bariscello2
Drent’ar mi’ catapecchio3 de suffitta.

     Disce: “Che nnome avete, bberzitello?.„4
Dico: “Una vorta me chiamavo Titta.„5
Disce: “Ma Ttitta cuale?„ “Titta cuello
Che sse pulissce er cul co’ la man dritta.„

     Cqua cciarlonno6 un tantino tra dde sé;
E ddoppo, disce: “Chi cce sta cqui ggiù?
Dico: “La fia7 der coco de Sciamblè.„8

     Disce: “Ho capito; e bbon zuàr monzù.„9
Fesceno10 com’er Corvo de Novè
C’annò11 in malora e nnun ze vedde12 ppiù.13


Roma, 4 febbraio 1833

Note

  1. Maddalena affritta dicesi di ogni donna mesta. Ha una faccia da Maddalena affritta.
  2. Bargello.
  3. Stanzettaccia.
  4. Bel-zittello.
  5. Giambattista.
  6. Ciarlarono.
  7. Figlia.
  8. Chiablais.
  9. Boun soir, monsieur.
  10. Fecero.
  11. Andò.
  12. Non si vide.
  13. Questi ultimi due versi, scritti in lingua illustre, sono un furto da me fatto ad un sonetto di un mio amico. Confessiamoci.