Giuseppe Gioachino Belli

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Li fijji La visita der Governo
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833

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L’ARCA DE NOVÈ.

     Liofanti, purce,[1] vaccine, leoni,
Pecore, lupi, lepri, cani, uscelli,
Mosche, vorpe,[2] galline, órzi,[3] stalloni,
Sorci, gatti, majali e ssomarelli.

     Cascio, carnaccia, scorze de meloni,[4]
Granturco, conciatura,[5] osse, tritelli,
Trifojjo, canipuccia,[6] bbeveroni,
E ffieno, e ccore-pisto[7] e vvermiscelli.[8]

     Tutte ste cose, e ttant’artre nun dette,
Messe[9] inzieme Novè ddrento in nell’Arca,
Che la mano de Ddio doppo chiudette.[10]

     Un anno e ppassa[11] galleggiò lla bbarca!
E ffra cquer guazzabbujjo come annette?[12]
Dimannatelo, ggente,[13] ar bon Patriarca.

Roma, 4 febbraio 1833.

Note

  1. Pulci.
  2. Volpi.
  3. Orsi.
  4. [Poponi.]
  5. [La “vagliatura,„ che si dà a beccare ai polli. Da concià (conciare), vagliare.]
  6. [Canapuccia. Il sėme della canapa, che si dà a
    mangiare a certi uccelli.]
  7. [Cuore pestato di bestie macellate, che si dà, ordinariamente, alle civette.]
  8. [Piccoli vermi, di cui alcuni uccelli si cibano.]
  9. Mise.
  10. Chiuse.
  11. Un anno e più.
  12. Andò.
  13. [Qui vale: “amici miei, cari miei,„ e simili.]