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(1) La località si diceva in antico il Poggiuolo. Nel 1368, 5 febbraio, Domenico del fu Ubaldino degli Ardinghelli vendè a Lorenzo e Niccolò del fu Piero degli Ardinghelli un casamento bruciato, ecc., in luogo detto la Casa degli Ardinghelli. La villa fu poi dei Malegonnelle, dei Beccanugi, dei Medici, Ubaldini ecc.; ora è Viacava.

(2) Furono illustrate dal Moreni autore di una importante opera sui Contorni di Firenze. Una di queste lapidi ricorda appunto la Via Cassia. Di questa si trovarono importanti tracce anni addietro nei lavori del Viale presso la Fortezza da Basso.

(3) Nell’estimo dei danni recati dai Ghibellini ai beni dei Guelfi, si ricordano varie case nel popolo di S. Piero a Careggi distrutte a danno di Ridolfo e Cino di Gherardo De Vecchi.

(4) La chiesa di S. Pietro a Careggi era di patronato dell’antichissima famiglia Pilli; da un documento degli spogli Strozziani apparisce poi che nel 1483 ai dì 10 d’agosto, alcuni della famiglia Pilli donavano il patronato di questa chiesa a Lorenzo di Piero de’ Medici. La chiesa fu quasi del tutto rifatta ai primi del XVI secolo. Fu rettore di questa chiesa, Pier Francesco di Bernardo Giambullari letterato di gran riputazione e di molto ingegno autore di una Storia d’Europa, lavoro di sommo pregio che egli non potè terminare perchè colto dalla morte.

(5) Tra le carte della Badia Fiorentina, troviamo alcuni documenti relativi alla chiesa di Montevecchi o Monte de’ Vecchi, oggi Monterivecchi. Uno, del 6 febbraio 1320 è il consenso del Capitolo Fiorentino a che Messer Antonio Vescovo di Firenze permetta alla Badia di Firenze di far fabbricare una chiesa, casa, campanile con campana nel luogo di Montevecchi popolo di S. Piero a Careggi e perchè a detta chiesa sia ammensata la chiesa di S. Bartolo a Greve (ora S. Bartolo in Tuto.) L’altro del 13 febbraio dello stesso anno è la facoltà data dallo stesso Vescovo alla Badia di fabbricare la detta chiesa alle Mura sul Monte de’ Vecchi e di celebrarvi i divini uffizi.

(6) Cosimo de’ Medici comprò al prezzo di fiorini 800 da Tommaso Lippi un palazzo con corte, loggia, pozzo, volte, colombaia, torre, orto murato con due case per lavoratori e terre lavorative vignate, ulivate e alberate in luogo detto Careggi. Così risulta dal contratto rogato Ser Piero Calcagni.

(7) È una piccola stanzetta a volta con pareti di pietrame a filaretto, posta cica alla metà della scala che dal ballatoio conduce alla sommità della torre ed è illuminata da una piccola finesira che guarda mezzogiorno. [p. 64 modifica]

(8) . . . . «Comprai da’ Frati de’ Servi di Firenze per accomodità e per far limosina a detti frati chè lo comprammo per la metà più che non valeva.» (Portata di Lorenzo di Piero de’ Medici).

(9) Alfonso di Filippo Strozzi, compra da’ Sindachi o ufiziali de’ Ribelli dell’erede di Lorenzo di Piero de’ Medici (Decima).

(10) Nella denunzia della decima del 1470, Diotifeci Ficini annovera fra i possessi di famiglia questa casa con podere e vi aggiunge «donato dalla benedetta anima di Cosimo de’ Medici a Marsilio mio figlio.»

Dopo poco, Messer Marsilio e Lodovico di Diotifeci Ficini, venderono questo possesso a linea a Ser Giovanni di Benedetto da Pistoia, che lo possedeva sempre verso il 1520. Sarebbe così smentita l’asserzione dell’Ammirato il quale afferma che Marsilio morì in questa villa nell’1º Ottobre 1499.

(11) A Poggio Secco erano anche in antico diverse case da signori che appartennero alle famiglie Riccardi, Cini, Inghirlani e Davanzati.