La verde fronda, ch'io porto sul palmo
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Questo testo fa parte della raccolta XXIII. Tenzoni di rimatori perugini/VI. Tenzone tra un ignoto e ser Cecco Nuccoli
I
2 — SER CECCO
Risponde oscuramente parlando di certi suoi guai.
La verde fronda, ch’io porto sul palmo,
si me ricovre quel, ch’io in acqua zappo;
né ’n tal vagheggio non cadde mal trappo,
4ma per iscusa fo questo timpalmo.
Donna liggiadra, per lo cu’ amor scalmo
si mia persona, ch’io dicer non sappo;
e vesti cotal donna novo drappo;
8 dimora al monte lá, u’ vo ispesso calmo.
Ed hammi d’allegrezza si ’l cor raso,
ch’ira e melenconia porto in gozzo
11 quand’io non veggio el monte de Parnaso.
Ed ogne mal mi dá ’ncontro di cozzo;
ma sempre Amor ver’me destende el passo,
14 ond’i ’ annegar vorrebbe entro’n un lozzo.