La storia di Colombo narrata alla gioventù ed al popolo/XIV
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Chi proteggeva il nostro Genovese era la regina Isabella, la quale, il 26 novembre, cioè 19 giorni dopo il ritorno di lui in Ispagna, cessò di vivere; mentre re Ferdinando mal vedeva quello straniero che col suo Genio aveva discoperto tante terre e aveva quindi diritto a stargli dinanzi quasi quale un pari, per la ricchezza e per i titoli che aveva chiesti e ottenuti. Onde non è a dire come il povero Cristoforo chiedesse invano giustizia al re, per essere reintegrato nelle cariche e nei privilegi spettantigli. Egli non potè per lungo tempo presentarsi alla Corte, e per lui parlavano il fedele Mendez, il figlio Diego e poi il fratello Bartolomeo; ma qualunque discorso era sentito svogliatamente, e la risposta era subdola, quando non era insultante.
Gli atti più odiosi contro Colombo furono ordinati dal re ed eseguiti, come il sequestro delle sue rendite, la vendita degli oggetti suoi a S. Domingo per pagare i creditori, e altre simili nefandità che eternano il nome di Ferdinando il Cattolico alle maledizioni dell’Umanità.
Cristoforo potè infine, recarsi alla Corte in Segovia. Il re ebbe per lui buone parole, ma circa i suoi reclami, disse che se ne sarebbe rimesso al giudizio di una Giunta, la quale per non dare torto al re, nè ragione a Colombo, non si pronunciò mai.
I diritti di Cristoforo Colombo erano chiari, patenti, indiscutibili; ma mentre sarebbero stati riconosciuti in uno spagnuolo, non si volevano ammettere in uno straniero che per virtù del suo genio divinatore s’inalzava sul più ricco e potente signore di Spagna; onde le ripulse a tutte le fondate e giuste sue domande.
Sebbene non vecchio, (doveva avere circa sessant’anni), le sofferenze dello spirito e del corpo, che da lunga pezza lo travagliavano, lo infermarono a morte. Si trovava in Vagliadolid, nel maggio del 1506, quando sentì avvicinarsi l’ultimo suo istante. Il 4 di quel mese dettò quel testamento che alcuni vogliono credere apocrifo, nel quale nominava erede delle sue sostanze Genova, qualora si estinguesse la sua discendenza maschile, ed instituiva un ospedale nella sua città natale; il 19 ne dettò un altro che regolava la propria successione, raccomandando Beatrice Enriquez al figlio Diego che ereditava i titoli di Ammiraglio e Vicere delle Indie, e due giorni dopo, il 21 maggio 1506 spirava la grande anima al cielo.
FINE.