La siggnora pittora

Giuseppe Gioachino Belli

1833 Indice:Sonetti romaneschi III.djvu sonetti letteratura La siggnora pittora Intestazione 1 maggio 2024 75% Da definire

La bbuscìa ha la gamma corta L'istoria de Pepèa
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833

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LA SIGGNORA PITTORA.1

     La mi’ padrona (e mmica sce prosume2)
Frabbica scerti quadri de pittura,
Che ssi vviè3 a Rroma la madre natura,
Pe’ rrabbia, te dich’io, se bbutta a ffiume.

     Ha inventato una spesce4 de custume
D’arberi, co’ una sorte de figura
De bèstie, che nnun fo ccaricatura
Te farìano5 sbascì6 dde tenerume.7

     È llesta, che ddipiggne per assarto;
E averessi da vede8 cuer cuadrone
Che ffesce jjeri a ttredisciora e un cuarto.

     Er giorn’avanti lei me mannò a ttrova9
Un monzù10 a ddimannajje un’istruzzione
Pe’ ffà la lusce de la luna nova.

Roma, 16 maggio 1833.

Note

  1. Quel che segue è realmente accaduto a Roma in persona della Principessa reale di Danimarca.
  2. Ci presume.
  3. Se viene.
  4. Specie.
  5. Farebbero.
  6. Basire.
  7. Tenerezza.
  8. Avresti da vedere.
  9. Mandò a trovare.
  10. [Monsieur. Ironicamente, invece di signore.]