La sesta crociata, ovvero l'istoria della santa vita e delle grandi cavallerie di re Luigi IX di Francia/Parte seconda/Capitolo XXIII

../Capitolo XXII

../Capitolo XXIV IncludiIntestazione 16 aprile 2020 75% Da definire

Parte seconda - Capitolo XXII Parte seconda - Capitolo XXIV

[p. 105 modifica]

Capitolo XXIII.

Come i Saracini feciono un nuovo Capitano, e come questi li dispose ad assaltare li nostri alloggiamenti.


Le cose sovradette avvennero il primiero giorno di Quaresima, e quel giorno medesimo fecero i Saracini un Capitano novello di un travalente Saracino in luogo e vece del lor Capitano nomato Sceceduno, donde egli è davanti fatto menzione, il quale morì nella battaglia di Carnasciale, là ove simigliantemente fu ucciso il buon Conte d’Artese fratello del Re San Luigi. Ora quel Capitano novello in tra gli altri morti trovò esso Conte d’Artese, che era stato molto valente e pro in quella battaglia, ed era abbigliato riccamente, siccome [p. 106 modifica]apparteneva a uno de’ Reali di Francia. E prese il detto Capitano la cotta d’arme del mentovato Conte di Artese, e, per donar coraggio alli Turchi e Saracini, la levò alta dinanzi ad essi, e dicea loro ch’era la cotta d’arme dello Re nimico, il quale era morto nella mislèa. E pertanto, Signori, parlava egli, ben vi dovete inardire e farvi più vertudiosi, perchè, siccome corpo senza capo è niente, altresì esercito senza maestro Capitano: e per ciò consiglio che noi li debbiamo duramente assalire, e me ne dovete credere, che per tal maniera venerdì prossimano li dobbiamo avere al fermo e prendere tutti, poiché cosi è ch’elli hanno perduto lo Re loro. E tutti s’accordaro lietamente li Saracini al consiglio del Capitano. Or dovete sapere che nell’oste de’ Saracini lo Re aveva di molte spie, le quali udivano e sapevano soventi fiate loro imprese, e ciò ch’e’ volean fare. Donde egli se ne venne tantosto alcuna di tali spie annunciare al Re le novelle e le imprese de’ Saracini, e che essi il credean morto, e che per ciò le schiere fussono senza capo. Adunque il Re fece venire tutti li Caporali dello esercito, e loro comandò ch’e’ fessono armare tutte lor genti d’arme ed essere in aguato e tutti presti alla mezzanotte, e che ciascuno si mettesse fuor delle tende e paviglioni sino al davanti della lizza, ch’era stata fatta a palanche a bastanza fitte per proibire l’ingresso allo sforzo de’ Cavalieri, e a bastanza rade perchè e’ pedoni vi traforassero; e tantosto fue fatto secondo il comandamento del Re. [p. 107 modifica] E non dubitate che, siccome il Capo di quei Saracini aveva ordinato e concluso, altresì parimente si mise egli in diligenza di eseguire il fatto. Ed al mattino di quel venerdì detto, all’ora dirittamente del Sol levante, eccolo qui venire a tutto quattro mila Cavalieri bene montati ed armati, e li fece arringare per battaglie a fronte a fronte di nostra oste che era di lungo il fiume, il quale, movendo da Babilonia, passava presso di noi e tirava sino a una villa che l’uomo dice Rosetta. E quando questo Capitano de’ Saracini ebbe in così fatto arringare davanti le lizze i suoi quattro mila Cavalieri, tantosto ci menò un’altra gran frotta di Saracini a piè in tal quantitade ch’essi ci avironaro da l’altra parte per tutto il tenere del nostro accampamento. Appresso queste duo grandi armate così attelate come vi ho detto, egli fece aordinare, e mettere in disparte alle terga tutto il podere del Soldanato di Babilonia per trarne soccorso ed aiuto se bisogno ne fusse. Quando quel Capitano de’ Saracini ebbe così disposte le sue battaglie, venne elli medesimo tutto solo su un ronzinello verso nostr’oste per vedere ed avvisare le ordinanze e dipartimenti delle battaglie del Re; e secondo che e’ conosceva che le nostre bandiere erano in tal luogo più grosse e più forti, in altretale rafforzava esso le proprie a l’incontra. Appresso ciò egli fece passare ben tremila Beduini, de’ quali ho per innanzi parlato così del personaggio come della natura loro, per di verso l’oste che il Duca di Borgogna guardava a parte, la quale era intra li duo fiumi. [p. 108 modifica]E ciò fece egli pensando che il Re avrebbe inviato di sue genti d’arme nell’oste d’esso Duca, e così assottigliate quelle ch’erano con lui, divenendone più fievole, e che i Beduini badaluccando impedirebbono che noi non avessimo soccorso dai Borgognoni.