La sesta crociata, ovvero l'istoria della santa vita e delle grandi cavallerie di re Luigi IX di Francia/Parte seconda/Capitolo LXII

Capitolo LXII

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Capitolo LXII.

Nel quale si ritrae come io mi scompagnassi dal buon Re, e come ponessi opera al maritaggio del Re di Navarra.


Appresso queste cose il Re si partì di Yeres, e se ne venne nella Città d’Aix in Provenza per l’onore della benedetta Maddalena che vi giace presso ad una piccola giornata di cammino: e fummo al luogo detto della Caverna in una roccia molto alta ed erta là ove l’uomo diceva che la Santa Maddalena avea vissuto in romita lungo spazio di tempo. Poi di là venimmo passare il Rodano a Belcaro. E quando io vidi che il Re era entrato in sua terra ed in suo podere, presi congedo da lui, e me ne venni alla Delfina del Viennese ch’era mia nipote; e di là passai verso il Conte di Chalons mio Zio, e poi verso il Conte di Borgogna suo figliuolo, ed arrivai finalmente a Gionville. Nel qual caro luogo quando io ebbi soggiornato alcun poco, me ne ritornai verso il Re, lo quale trovai io a Soissone. E quando fui davanti a lui, egli mi fece sì grande gioia che tutti se ne meravigliarono. Là io trovai il Conte Giovanni di Bretagna e la Contessa sua donna, e la figliuola del Re Tebaldo. E per la dissensione che era intra il Re di Navarra e la figlia di Sciampagna, per alcun diritto che lo Re di Navarra pretendeva sul paese di Sciampagna, il Re li fece tutti venire a Parigi in parlamento per udire le parti e per far loro diritto.

A questo Parlamento domandò il Re Tebaldo di Navarra ad avere in maritaggio Isabella figliuola [p. 247 modifica]del Re, e m’avea esso tratto di Sciampagna per profferire le parole di domanda di quel maritaggio, per ciò che gli era nota la ciera grande che il Re m’avea fatta a Soissone: perchè men venni io deliberamente al Re a parlargli di quel parentado. Ed egli mi disse: Siniscalco, andate prima ad accordarvi ed a fare le paci vostre col Conte di Bertagna, e poi, ciò fatto, il maritaggio s’accompirà. Ed io gli dissi: Sire, è mio avviso che voi non attardiate li fatti vostri per veder acconci quelli degli altri. Ed egli mi rispose che per nulla cosa egli non mariterebbe sua figlia oltra il grado de’ suoi Baroni, e sino a che non fusse fatta la pace col Conte di Bertagna.

Allora me ne tornai tosto verso la Reina Margherita di Navarra, ed il Re suo figliuolo ed il loro Consiglio, ed esposi la volontà ferma del Re; la quale udita, incontanente e con diligenza se n’andarono far loro pace col conte di Bertagna. E quando la pace fu fatta il Re donò Isabella sua figlia a Re Tebaldo di Navarra; e furono le nozze fatte a Meluno grandi e plenarie. E poi da Meluno ammenò il Re Tebaldo la Reina novella a Provino, là ove essi furono ricevuti a grande onore dai Baroni ed a grandi spendii.