Sonetti

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XXXVIII XL
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XXXIX.


Basta... Dunque laggiù finiva male.
     Quelli je seguitaveno a da’ sotto,
     Seguitorno le lite, è naturale!,
     Cominciava a volà’ quarche cazzotto.

Poi le cose arivorno a un punto tale,
     Che lesto e presto fecero un complotto:
     — Eh, quì, prima che schioppa er temporale,
     Quì, dice, è mejo assai de fa’ fagotto! —

Defatti, senza tanti comprimenti,
     S’agguantorno più roba che poteveno,
     La caricorno su li bastimenti,

Spalancorno le vele in faccia ar vento...
     Ormai tanto la strada la sapeveno,
     E ritornorno a casa in d’un momento.