Sonetti

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XXX XXXII
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XXXI.


E figurete allora tutti quelli!
     Ner védeli accusì senza malizia,
     Je cominciorno a di’: — Famo amicizia...
     Viva la libertà!... Semo fratelli!

E intanto l’antri su li navicelli,
     Ch’aveveno saputo la notizia,
     Capirno che la cosa era propizia,
     Sbarcorno tutti giù da li vascelli.

E quelli je sbatteveno le mano...
     E quell’antri, lo sai come succede?,
     Je daveno la guazza, e a mano a mano

Che veddero che quelli ci abboccaveno,
     Ch’agiveno co’ tutta bona fede,
     Figurete si come li trattaveno!