La regola di san Benedetto/Modo di assistere

III. Del modo di assistere al S. Sacrificio della Messa.

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III. Del modo di assistere al S. Sacrificio della Messa.
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III.


DEL MODO DI ASSISTERE AL S. SACRIFICIO DELLA MESSA


Se è vero dunque che in questo divino mistero Gesù Cristo, fattosi vittima e sacerdote, rende a Dio quel giusto tributo di adorazione e di lode che gli è dovuto, ed intercede in nostro favore; e offerendosi in sacrifizio s’interpone fra la collera di Dio e i nostri peccati colla realtà della sua presenza in un mistero che rappresenta la sua morte; se tanto grandi e innumerabili sono i benefizi che dalla oblazione di questo divino olocausto possiamo ricavare, non dovremmo mancare di assistervi, se ci fosse possibile, ogni giorno; ma più specialmente in quelli consacrati al servizio di Dio noi dobbiamo assistervi con tale attenzione, rispetto e devozione, da [p. 149 modifica]render manifesta la nostra Fede in quel mistero. E come se fossimo stati presenti sul Calvario, quando il nostro Salvatore s’immolò sulla Croce per noi, saremmo stati penetrati di dolore, di compunzione e di amore a sì toccante spettacolo; così dai medesimi sentimenti dobbiamo essere penetrati ogni qual volta assistiamo a questo sacrosanto sacrifizio del corpo e del Sangue di Gesù Cristo; sacrifizio che Cristo medesimo e con lui tutta la Chiesa offre a Dio per tutti i fedeli vìventi, e per quelli che penano nel purgatorio.

Coloro però i quali si sono allontanati da Dio con peccare gravemente, debbon riflettere, che la Chiesa nostra madre è sempre stata talmente persuasa della santità di questo divino Sacrifizio, che allorquando ne’ primi tempi fiorivano nel fervore i suoi figli non permetteva essa l’assistere alla celebrazione di sì grandi misteri a coloro i quali erano caduti in qualche [p. 150 modifica]grave colpa; e i penitenti medesimi, durante il tempo della loro pubblica penitenza, non potevano trovarsi presenti, se non a quella parte della Messa che chiamavasi la Messa de’ Catecumeni. La disciplina della Chiesa è presentemente mutata, e vuole che assistano alla celebrazione del Santo Sacrifizio coloro anche i cui peccati dovrebbero escluderli almeno per qualche tempo. Se mutata però è la disciplina, lo spirito della Chiesa cattolica, che è quello di Dio, è sempre lo stesso. Essa vuole adunque che i peccatori penitenti i quali assistono alla santa Messa, si ricordino che son trattati con molta indulgenza e carità; che le cose sante sono pei santi, e che se essi si trovano esternamente mescolati nel numero de’ veri discepoli di Gesù Cristo, se ne debbono però considerare segretamente separati; e per conseguenza debbono portarvi quei sentimenti di umiltà e di contrizione, che altra volta apparivano anche [p. 151 modifica]al di fuori per la segregazione del luogo e per la veste di penitenza.

Sapposte tali verità, il peccatore penitente, prima di presentarsi al Sacrifizio della Messa, dovrà purificarsi avanti al Signore per mezzo del sacrifizio di un cuore contrito ed umiliato: si laverà nelle sue lacrime, rinunzierà di tutto cuore al peccato, ed userà con un santo e salutare timore dell’indulgenza che ora la Chiesa gli accorda, di assistere al sacrifizio del Corpo e del Sangue di Gesù Cristo, l’alleanza del quale ei profanò col peccare. E rivestendo le disposizioni del pubblicano evangelico, il quale, penetrato da’ sentimenti di una sincera umiltà, stavasi nel fondo del Tempio, né ardiva di alzar gli occhi dal cielo, e percuotendosi il petto, prorompeva in queste umili parole: Signore, sii propizio a me peccatore. — E così il peccatore penitente, immerse nella considerazione salutare delle proprie miserie, dovrebbe starsi non [p. 152 modifica]tanto vicino all’Altare, cogli occhi volti alla terra, in Cristiano raccoglimento, e prendere dalla propria coscienza, come da un libro bene adattato per sé, la formola delle sue preghiere.