La puttana e 'r pivetto

Giuseppe Gioachino Belli

1832 Indice:Sonetti romaneschi VI.djvu sonetti caudati letteratura La puttana e 'r pivetto Intestazione 2 novembre 2022 25% Da definire

Le vojje de gravidanza Li preti a ddifenne
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

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LA PUTTANA E 'R PIVETTO

     Ma gguardatele llì cche bbelle poste!,1
Che ccapitali da mmettémme gola!
Oh annate a ddà la sarciccetta2 all’oste:
Annate a ffà la cacca a la ssediola.

     Animo, lesto, sor fischietto,3 a scôla;
E nnun ce state ppiù a ggonfià le coste:4
E ssi cciavéte a pparte la pezzola,5
Currétesce a ccrompà6 le callaroste.7

     Ma ddavero le purce hanno la tosse?8
Cosa, peccristo, da pijjalli a schiaffi,
E ffajje diventà lle guance rosse.

     Scopamme! lui! ma llui! vedi che ccacca!9
Cquà cce vonno, per dio, tanti de bbaffi,
Nò un zorcio com’e vvôi sopra ’na vacca.


Roma, 25 novembre 1832

Note

  1. Avventori.
  2. Salsiccetta.
  3. Ragazzo.
  4. Gonfiar le coste, vale: «molestare, annoiare».
  5. Sogliono i fanciulli porre in serbo le loro monete o in vaso in cui è praticata una sottil feritoia che ne permetta l’accesso e non l’egresso, oppure involte e legate in una pezzolina.
  6. Comprare.
  7. Caldarrosto.
  8. Proverbio, significante la vanità nell’impotenza, o la pretensione senza dritto.
  9. Arroganza, pretenzioncella.