La persuasione e la rettorica (1915)/La costituzione della rettorica/IV

PARTE SECONDA
DELLA RETTORICA

II
LA COSTITUZIONE DELLA RETTORICA

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PARTE SECONDA
DELLA RETTORICA

II
LA COSTITUZIONE DELLA RETTORICA
La costituzione della rettorica - III La rettorica nella vita


 
 IV


Nel perseguitare le relazioni elementari attraverso i loro accidenti per notare la loro regolarità, gli scienziati rivivono la vita inorganica delle cose non per ciò ch’essa ha di comune anche con l’uomo – l’impossibilità della persuasione – ma nella sua relativa persuasione, nelle sue determinazioni, nelle «proprietà» – e nei modi come queste s’affermano. – Essi possono in quantità sottratte al resto fingere la regolarità d’una correlazione che in natura da altri elementi è turbata – eliminare la contingenza, e procurare la vicinanza perché la relazione avvenga regolarmente.

E poiché d’altronde essi astraggono anche le determinazioni elementari dell’uomo, essi possono nell’interesse di questi fingere una ἐντελέχεια che alla soddisfazione di questi bisogni culmini ed elimini per loro le consuete contingenze. Così essi possono dare all’uomo medicine per i suoi mali e, soddisfazione più sicura dei suoi bisogni, questa previsione che porta vicino all’uomo moderno senza sua potenza quello di cui egli possa aver bisogno. E questo è manifesto nelle macchine che trasformano, congiungono, eliminano la contingenza da una cerchia di relazioni e come un nucleo organico procurano la vicinanza alle singole parti perché il tutto cospiri all’avvenimento delle cose che l’uomo chiede per sé Così quasi ultime leve meglio che altri gli scienziati possono violentare la natura a maggior comodità dell’uomo che vuol pur continuare.

E nella vita sociale, nei rapporti fra uomo e uomo, essi astraggono le elementari necessità, le possono perseguitare negli ultimi dettagli, e tenere nei loro registri le statistiche del bene e del male; nel loro attribuir valore a ogni determinazione, segnare la via della eliminazione degli attriti, perché ognuno possa affermarsi non in danno ma in vantaggio dell’altro. Essi fanno quello che le api fanno quando da fiore a fiore portano il polline.

Ma soprattutto per la loro attività s’infiltrano, come segni di date relazioni, date parole sulle quali gli uomini senza conoscerle s’appoggiano per gli usi della vita e senza conoscerle come ricevute le danno. I termini tecnici danno una certa uniformità di linguaggio agli uomini. Invano sognano i fautori delle lingue internazionali create con intenzione. La lingua internazionale sarà la lingua dei termini tecnici: dei καλλωπίσματα ὄρφνης.

Perciò i profani inneggiano agli scienziati come ai «pionieri della civiltà». – Io dico ch’essi, nei quali parla la voce degli elementari bisogni e si procura la futura vicinanza, sono strumenti inconsci nello svolgimento della κοινωνία κακῶν per la quale gli uomini se non riusciranno ad intendersi certo giungeranno ad intendersela.