[p. 3 modifica]LO AUTORE
AGLI LETTORI E AL SUO UNICO ONORATO PALERMITANO
SALUTE
Se tanta è la temerità degli uomini, amantissimo mio Onorato, che delle opere divine alle volte non si contentano,
quanto maggiormente hanno che dire delle umane a noi fatte?
Dio buono! quanta diversità di giudizio è più in quelli che
puoco sanno! Questo voglio inferire, che non ho donde mi
meravigli se la mia fatica fatta nella opera intitolata Umanità
del Figliuol di Dio ad alcuni sia piaciuta, ad altri puoco, ad
altri niente. Alli quali volendo sodisfare almanco in parte,
era bisogno farne una in prosa, una in terza rima, una in
l’una e l’altra, e facile. Ma in ciò coloro che si degnano
lodarla non sarebbono contenti: e cosi vanno le cose di questa
travagliata gabbia. Or dunque diamo da dire in quest’altra
fatica nostra. Vi prego almanco tutti che, spiacendovi la poco
elegante e petrarchesca composizione, non vi spiaccia il sug-
getto veramente cristiano, se non ben detto, a gloria di Cristo
ben pensato.