La navigazione di San Brandano/XIII

Capitolo XIII

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Anonimo - La navigazione di San Brandano (X secolo)
Traduzione dal latino di Anonimo (XV secolo)
Capitolo XIII
XII XIV
COME TROVORONO UNA FONTANA
PIENA DI PESCI E DI BUONE ERBE


Or sendo venuto il tempo della Quaresima, ed eglino ebbono veduto una isola apresso, di che furono molto allegri e cominciorono a navicare molto forte inverso questa isola; allora era mancato il pane e l’acqua ed erono per fame molto indeboliti e dietro al mancare delle vivande, ed erano stati due dì, e ’l terzo dì e’ viddono porto, onde l’abate benedì il porto e comandò a’ frati che uscissono tutti di nave.

E così feciono, e subito trovarono una fontana chiara e bella e molte erbe e radice fresche, e viddono pesci assai che andavano per l’acqua e che uscivano di quella fontana e andavano in mare. E in quell’ora disse San Brandano a’ suoi frati: "Lo signore Iddio v’à dato ora consolazione dietro alla gran fatica; andate e togliete del pesce e dell’erbe e delle radici, e toglietene tante che noi n’abbiamo assai per cena, arrostite del pesce, che Iddio v’à aparecchiato tutte queste cose per sua bontà e per nostra consolazione". E vogliendo i frati torre di quella acqua, l’abate disse così: "Frati miei, bevete poco di questa acqua, guardatevi di non bere di superchio: avenga ch’ella sia così buona e così bella, a[nc]o ch’ella non vi guastasse el v[entre], ella vi farebbe tosto dormire di superchio, più che non bisognerebbe a voi". Alquanti furono che tennono bene questo amaestramento e altri che no, sì che tale ne bevve una coppa e non n’ebbe veruno impaccio, quello che ne bee due di quelle coppe d’acqua sì dormì due dì e due notti, quello che ne bee tre coppe sì dormì tre dì e tre notti. E veggendo l’abate questo dormire così lungo e forte, e’ comincia a pregare Iddio per loro, e subito si destorono e l’abate disse loro: "O frati miei, voi avete perduto molto delle vostre ore e ’l tempo da lodare Idio, per cagione del dormire che voi avete fatto; egli è buono che noi ci partiamo e andià’ via di qui e fuggire questo pericolo; acciò che nonn-aveg[na] peggio Idio ci à dato cibo da potere vivere e noi per incordigia della gola pare che noi vogliamo morire; a me pare che noi ci partiamo di questa isola". Onde tolsono della roba da mangiare di questo luogo sofficientemente, cioè del pesce dell’erbe e delle radici e dell’acqua, e tolsonne tanta che bastò loro infino al giovedì santo, e non bevevano di quella acqua se none una volta el dì, e così non fe loro niuno obligamento, e ubidirono l’abate che l’aveva loro imposto.

Ed entrarono in nave con fornimento che bisognava, e levano la [ve]la e cominciano a navicare; subito ebbono buon tempo, e durò tre dì, e in capo di tre dì e’ trovòno l’acqua del mare tutta apresa a modo di gelatina, e non pare che ella si movesse onde i frati furono molto dolenti, e l’abate disse a’ frati: "Tenete i remi apresso a voi in nave e lasciate suso la vela, che la nave vada dove piace a Dio, ed elli ci governerà".

E fatto questo la nave andò aviluppandosi per mare bene venti dì, e poi gli venne un buono vento inn-aiuto verso el levante: e’ frati levarono su alta la vela e cominciorono a navicare via dui dì.