La musica de la padrona

Giuseppe Gioachino Belli

1834 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura La musica de la padrona Intestazione 16 gennaio 2024 75% Da definire

Er più in ner meno Er zartore
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

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LA MUSICA DE LA PADRONA.

     Je disceva er Maestro Confidati,1
Mentr’io stavo a ppulì li cannejjeri,2
Che tutti li soggetti, o ffinti o vveri,
Se3 pònno mette4 in musica adattati.

     Lui scià5 mmesso scinqu’ommini affamati
D’una Commedia der zor Dant’Argèri;6
E, un anno prima, a Ssan Filippo Neri,
Sce messe7 l’oratorio8 de li frati.

     Io medémo9 ho ssentito un capponcello10
Ner vespero a Ssan Pietro, er primo sarmo,
De méttesce una ssedia e uno sgabbello.11

     E la padrona mia s’è pperzuasa
De fàcce mette12 venti canne e un parmo
De scitazzione13 der padron de casa.

3 dicembre 1834.

Note

  1. Ch. maestro di cappella.
  2. Candelieri.
  3. Si.
  4. Mettere.
  5. Ci ha.
  6. Il canto dell’Ugolino di Dante messo in musica dal Confidati.
  7. Ci mise.
  8. Nell’Oratorio dei PP. Filippini si eseguiscono cantate sagre, dette oratòri.
  9. Medesimo.
  10. Castratello.
  11. Sede a dextris meis, donec ponam inimicos tuos scabellum pedum tuorum.„ Psal. CIX.
  12. Di farci mettere.
  13. [Di citazioni.]