La musica de la padrona
Questo testo è completo, ma ancora da rileggere. |
◄ | Er più in ner meno | Er zartore | ► |
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
LA MUSICA DE LA PADRONA.
Je disceva er Maestro Confidati,1
Mentr’io stavo a ppulì li cannejjeri,2
Che tutti li soggetti, o ffinti o vveri,
Se3 pònno mette4 in musica adattati.
Lui scià5 mmesso scinqu’ommini affamati
D’una Commedia der zor Dant’Argèri;6
E, un anno prima, a Ssan Filippo Neri,
Sce messe7 l’oratorio8 de li frati.
Io medémo9 ho ssentito un capponcello10
Ner vespero a Ssan Pietro, er primo sarmo,
De méttesce una ssedia e uno sgabbello.11
E la padrona mia s’è pperzuasa
De fàcce mette12 venti canne e un parmo
De scitazzione13 der padron de casa.
3 dicembre 1834.
Note
- ↑ Ch. maestro di cappella.
- ↑ Candelieri.
- ↑ Si.
- ↑ Mettere.
- ↑ Ci ha.
- ↑ Il canto dell’Ugolino di Dante messo in musica dal Confidati.
- ↑ Ci mise.
- ↑ Nell’Oratorio dei PP. Filippini si eseguiscono cantate sagre, dette oratòri.
- ↑ Medesimo.
- ↑ Castratello.
- ↑ “Sede a dextris meis, donec ponam inimicos tuos scabellum pedum tuorum.„ Psal. CIX.
- ↑ Di farci mettere.
- ↑ [Di citazioni.]