La marcia dell'ideale/Poesia
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...... mitragliatela......
GIOLITTI
– Quella turba che s’avanza
cupo il volto, rosso il cor
sotto il drappo di speranza
4rosso drappo dell’amor:
alto canta alla Chimera....
– Sopra azzurro, in faccia il Sol –
e s’avanza turba fiera,
8verso il Mondo – «Cosa vuol?» –
– «Veniam da Selva infame
di spine dolorose;
mangiammo sangue e strame
12e lágrime sdegnose;
crescemmo fra gli stenti
per arricchire il mondo;
ludibrio delle genti
16covammo odio profondo;
ci splende in cor la luce
di civiltà immortale;
è Giustizia che adduce
20sacrosanto Idëale.
Dal nostro scarno petto
si sprigionan le note
del carme benedetto
24che la Rivolta scote;
ché ingorda sete d’oro
tropp’odio umano assilla;
la fame ed il lavoro
28acre minaccia instilla.
Fondiam la strofa e il canto
delle turbe sorelle,
schiaffi di riso e pianto
32fra le genti novelle.
Alimentiamo il foco
a strugger la catena;
corriam di loco in loco
36con più fervida lena;
son millenni di pianto
che ’l nostro cor rinserra
è del dolore il canto
40che fa tremar la terra;
son millenni d’ingiurie
che clamano: Vendetta....
son memori le furie
44della gente reietta
che, in infinite turbe,
la rea siepe divise;
e’ son l’anime curve
48che, il felice, derise,
e che la spada al core
ed alla gola infisse
con stigma di dolore
52nelle fraterne risse.
Grido straziante e roco
romba sulle cittadi;
è la Storia di foco
56delle tramorte etadi;
odon le genti il grido
che romba di lontano;
vola di lido in lido
60dalla montagna al piano;
accorrono fratelli
in falange infinita
in cittadi e paeselli
64a suscitar la Vita.
Nostra rossa falange
impavida e infinita,
ogni catena infrange
68e avanza redimita.
Se lento sembra il passo
che pe ’l mondo ci mena,
Noi scardiniamo il masso
72come torrente in piena.
Il Pane, il Libro, il Sale,
noi chiediam per le afflitte
madri, su l’érte scale
76di fúmide soffitte;
entriam nelle segrete
a sferrare i ribelli....
strappiamo l’oro al prete
80per darlo agli orfanelli....
allo scarno reietto....
alla vergin caduta....
al vecchio senza tetto....
84alla donna perduta....
inchioderem le porte
di tanti ingordi altari
ove la Fe’, la Morte,
88Dio, mercansi alla pari.
– ’Chi siete!’ – iroso chiede
il truffator di Cristo:
Siamo la «NOVA FEDE»
92che crocifigge il tristo!
Dice che noi soffiamo
degl’incoscienti in core!
Che l’odio suscitiamo
96in cambio dell’amore!
che siamo NICHILISTI,
ANARCHICI, canaglia,
pezzenti SOCIALISTI
100degni della mitraglia....
Eppur, l’infame bocca
del cannone omicida,
del capestro la còcca
104e il piombo fratricida,
noi deprecammo impàvidi
e maledimmo, insórti:
– ’udite’ – e’ son le orribili
108strida de’ NOSTRI morti!
Nostr’arme son parole
che ’l dolor, stanco, suade;
terribili parole,
112più forti delle spade;
ma voi di piombo infame
ci lacerate i petti....
....donne.... vecchi.... fanciulli....
116che siate maledetti!
Questo – tiranni! – arcano
Seme, e’ de’ vostri frutti:
è l’odio disumano
120che ne legaste a tutti,
e dèe prender sapore
e diventar veleno;
farvi tremare il core
124nel duro, avaro, seno.
Alta, greve, lucente
irta di sbarre e ruote,
cariatide rovente
128che l’Universo scuote;
s’èrge Macchina immane
e in faccia al Sole ondeggia:
maciulla sangue e pane,
132ma scàrdina la reggia;
da’ volanti e martelli
il gran cenno minaccia:
su compagni-fratelli
136«INCROCIAMO LE BRACCIA!»
Fuma acre, al Sole, ròrida,
la terra Siberita;
eroe di morti tragiche,
140Tamìris moscovita,
l’occhio ceruleo e mite
ma sitibonda iena,
vìridi eroiche vite
144inferra a rea catena!
Orridi teschi e spettri
volteggiano frementi
attorno ai russi scettri
148offesa delle genti,
e aduggiano le tombe
velando l’aria pura,
mentre su ’l mondo incombe
152l’ira della Natura.
Ma nell’azzurro adèrgesi
umano àtomo audace;
vola recando ignìvoma
156con la Morte, la Pace!
Nel delle selci all’urto
sprizza scintilla e vola:
oggi, è con noi risurto
160Cristo e la sua parola;
mite a’ miseri suona
generosa ed umìle
solo agl’infami tuona
164con rombo di staffile.
Giù l’armi maledette
di sangue sozze ed atre;
spezziam le baionette
168e diventin l’aratre,
pio ferro che la zolla
madre, ferisce e sana;
ch’è piaga in cui s’insolla
172tutta la linfa umana;
ch’è tomba, aiuola, cuna,
altare, pöesia,
fuoco, luce, e che aduna
176l’umana cortesía
nel pensiero sovrano
del pöeta immortale,
a cui, dovere umano,
180arma potenti l’ale.
O Natura vivente
che l’Universo accendi,
se il pensator ti sente
184e tu, per lui, più splendi,
ne’ divini pensieri
che le stirpi rimpacia;
i ferri arma ora fieri
188della ribelle audacia.
Venta tue squille acèrrime
nelle forge e sull’onda;
sconvolgi, orsù, le ubèrrime
192zolle, della profonda
madre terra sonante
scaturigin di Vita,
elettrònio radiante
196ferrugine infinita,
che misterioso anèlito
d’attrazioni segrete,
orïenta in un frèmito
200del sìsmico magnete
Sii l’Inno del Lavoro
che purifica e sana;
sii il più nobile coro
204della famiglia umana....
Atomi, Soli e Mari,
Laghi, Fiumi, Foreste,
Stelle vaganti e chiari
208Cieli dopo tempeste;
in turbine radioso
ventate via vostr’ire;
brilli maraviglioso
212il Sol dell’Avvenire!
Del ferro, delle mine,
del mare, della terra,
tristi umane rüine
216che gemon sottoterra;
dicano a voi gli spàsimi
d’ambascie inäudite,
fame, ignoranza, làgrime,
220oppressioni infinite!
Tutto quanto Natura
dal ventre suo fecondo
con eterna misura
224irradia intorno al mondo,
ritorna a Primavera
nelle frutta, nel grano....
è un amore che impera
228su un ardente uragano:
è l’astro che scintilla
in vibrazioni incónte;
è la sottil favilla
232che dormicchia nel monte
e che coinvolge l’onte
del Vesuvio e del Mare....
– su Màrtiri la fronte: –
236non più làcrime amare!
Camminate con noi
o Spettri luminosi;
raunate intorno a voi
240compagni dolorosi,
e madri e giovinette
che il meretricio spense
fra i birri e le manette,
244ma la Luce redense!
Luce etèrea superba
che fai, disfai, gloriosa;
tu che inverdisci l’erba
248e impórpori la rosa;
che pesi nella mente
di Spencer e Rosmini
i numeri del Mondo
252e gli etèrei confini;
che lanci sovra il pèlago
d’Hertz la parola e l’onda;
che Sirio e Arturo tùrbini
256giù nell’ètra profonda;
che le di foco Nèbule,
astri, comete e mondi
verso Ercole spirìfichi
260ne’ vòrtici profondi;
che ravvolgi di pórpora
il Sol giunto all’Occaso;
che sei, dal Nulla, splèndida
264crëatrice del Caso;
che, dall’ètere, fuori
gli atomi d’òr condensi;
che sei diamante.... i fiori....
268l’àurea mente che pensi;
sei bacio del pudore
e làcrima fuggente,
e tutto ciò che il cuore
272fa battere alla gente;
che sei Cristo e Giordano
Bruno e Savonarola,
e Ferrer, dolce e umano
276che irradia la parola
pura, della bellezza
radiosa e razionale,
la sublime interezza
280della bontà ideale;
esumi i sacri sdegni
del crucciato gigante
che, fra’ due mari, i segni
284d’Italia – O padre Dante –
linëasti nel verso
d’odio e d’amor che sogna
e l’uomo e l’universo
288e l’umana vergogna!
Narran le antiche fole
che di Memnon l’argilla
sonava sotto il Sole
292all’auròrea scintilla;
or suoneran gli anelli
delle infrante catene:
– insorgete, Fratelli!
296dalle orribili pene:
siano spezzate e in bricioli
si spèrdano in faville
sull’Orbe rinnovantesi,
300a mille a mille a mille,
spirando il dolce verbo
di redenzione in tutti;
sia di virtude il nerbo
304a suscitarne i frutti,
bollando l’alma impura
di chi nel fango scese....
chi nell’error perdura....
308chi l’oro altrui non rese....
chi l’immondo cosacco
scaglia su folla ignuda....
chi più di lui vigliacco
312mangia l’oro di Giuda....
e fiammeggia sul Mondo
con fiera lingua audace
secol novo, fecondo,
316di Giustizia e di Pace!
Apparizione di Genova
I. V. '13