La mandragola/Atto quinto/Scena seconda
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Niccolò Machiavelli - La mandragola (1518)
Atto quinto
Scena seconda
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Messer Nicia, Callimaco, Ligurio, Siro travestiti.
- Nicia
- Piglialo di costà, ed io di qua, e tu, Siro, lo tieni per il pitocco, di drieto.
- Callimaco
- Non mi fate male!
- Ligurio
- Non aver paura, va’ pur via.
- Nicia
- Non andiam più là.
- Ligurio
- Voi dite bene. Lasciallo ire qui. Diangli dua volte, che non sappi donde e’ si da venuto. Giralo, Siro!
- Siro
- Ecco.
- Nicia
- Giralo un’altra volta.
- Siro
- Ecco fatto.
- Callimaco
- El mio liuto!
- Ligurio
- Via, ribaldo, tira via! S’i’ ti sento favellare, io ti taglierò el collo!
- Nicia
- E’ s’è fuggito. Andianci a sbisacciare: e vuolsi che noi usciamo fuori tutti a buona ora, acciò che non si paia che noi abbiamo veghiato questa notte.
- Ligurio
- Voi dite el vero.
- Nicia
- Andate, voi e Siro, a trovar maestro Callimaco, e gli dite che la cosa è proceduta bene.
- Ligurio
- Che li possiamo noi dire? Noi non sappiamo nulla. Voi sapete che, arrivati in casa, noi ce n’andamo nella volta a bere: voi e la suocera rimanesti alle mani seco, e non vi rivedemo mai se non ora, quando voi ci chiamasti per mandarlo fuora.
- Nicia
- Voi dite el vero. Oh! io vi ho da dire le belle cose! Mogliama era nel letto al buio. Sostrata m’aspettava al fuoco. Io giunsi su con questo garzonaccio, e, perché e’ non andassi nulla in capperuccia, io lo menai in una dispensa, che io ho in sulIa sala, dove era un certo lume annacquato, che gittava un poco d’albore, in modo ch’e’ non mi poteva vedere in viso.
- Ligurio
- Saviamente.
- Nicia
- Io lo feci spogliare: e’ nicchiava; io me li volsi come un cane, di modo che gli parve mill’anni di avere fuora e panni, e rimase ignudo. Egli è brutto di viso: egli aveva un nasaccio, una bocca torta; ma tu non vedesti mai le piú belle carne: bianco, morbido, pastoso! E dell’altre cose non ne domandate.
- Ligurio
- E’ non è bene ragionarne, che bisognava vederlo tutto.
- Nicia
- Tu vuoi el giambo. Poi che io avevo messo mano in pasta, io ne volsi toccare el fondo: poi volli vedere s’egli era sano: s’egli avessi auto le bolle, dove mi trovavo io? Tu ci metti parole.
- Ligurio
- Avete ragion voi.
- Nicia
- Come io ebbi veduto che gli era sano, io me lo tirai drieto, ed al buio lo menai in camera, messi al letto; e innanzi mi partissi, volli toccare con mano come la cosa andava, ché io non sono uso ad essermi dato ad intendere lucciole per lanterne.
- Ligurio
- Con quanta prudenzia avete voi governata questa cosa!
- Nicia
- Tocco e sentito che io ebbi ogni cosa, mi uscii di camera, e serrai l’uscio, e me n’andai alla suocera, che era al fuoco, e tutta notte abbiamo atteso a ragionare.
- Ligurio
- Che ragionamenti son stati e vostri?
- Nicia
- Della sciocchezza di Lucrezia, e quanto egli era meglio che sanza tanti andirivieni, ella avessi ceduto al primo. Dipoi ragionamo del bambino, che me lo pare tuttavia avere in braccio, el naccherino! Tanto che io sentii sonare le tredici ore; e, dubitando che il dí non sopragiugnessi, me n’andai in camera. Che direte voi, che io non potevo fare levare quel rubaldone?
- Ligurio
- Credolo!
- Nicia
- E’ gli era piaciuto l’unto! Pure, e’ si levò, io vi chiamai, e l’abbiamo condutto fuora.
- Ligurio
- La cosa è ita bene.
- Nicia
- Che dira’ tu, che me ne ’ncresce?
- Ligurio
- Di che?
- Nicia
- Di quel povero giovane, ch’egli abbia a morire sí presto, e che questa notte gli abbia a costar sí cara.
- Ligurio
- Oh, voi avete e pochi pensieri! Lasciatene la cura a lui.
- Nicia
- Tu di’ el vero. Ma mi par bene mille anni di trovare maestro Callimaco, e rallegrarmi seco.
- Ligurio
- E’ sarà fra una ora fuora. Ma egli è già chiaro el giorno: noi ci andreno a spogliare; voi, che farete?
- Nicia
- Andronne anch’io in casa, a mettermi e panni buoni. Farò levare e lavare la donna, farolla venire alla chiesa, ad entrare in santo. Io vorrei che voi e Callimaco fussi là, e che noi parlassimo al frate, per ringraziarlo e ristorallo del bene che ci ha fatto.
- Ligurio
- Voi dite bene: così si farà.