La madre (Deledda)/Capitolo 31

Capitolo 31

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Egli sentiva quel soffio di morte. Come nelle mattine rigide di gennaio, aveva la punta delle dita ghiacciate; il tremito alla nuca lo scuoteva più forte. Quando si volse per la benedizione, vide Agnese che lo guardava. I loro occhi s’incontrarono, in un baleno di luce, ed egli, come gli annegati che vanno a fondo, ricordò in quell’attimo tutta la gioia della sua vita, unica gioia tutta venuta dall’amore di lei, dal primo sguardo, dal primo bacio di lei.

La vide alzarsi col suo libro in mano.

— Dio mio, sia fatta la tua volontà, — gemette inginocchiandosi; e gli parve di essere davvero nell’orto degli ulivi, sotto l’imminenza del destino inevitabile.

Pregava ad alta voce, ed aspettava; e tra il mormorio delle preghiere gli sembrava di sentire il passo di Agnese che si avanzava verso l’altare. [p. 230 modifica]

— Eccola.... s’è alzata dalla panca, è nello spazio fra la panca e l’altare. Eccola. ... è lì che cammina: tutti la guardano. È lì alle mie spalle.

L’ossessione lo riprese così forte che la voce gli si fermò in gola. Vide Antioco, che già cominciava a spegnere i ceri, volgersi d’improvviso e guardare; e non ebbe più dubbio. Ella era lì, alle sue spalle, sui gradini dell’altare.

Si alzò; gli parve di toccare la volta con la testa e di sentirsi schiacciare; le ginocchia gli si piegavano di nuovo, ma con uno sforzo riuscì a risalire il gradino e ad andare verso l’altare per riprendere la pisside.

E volgendosi per rientrare in sagrestia vide Agnese che dalla sua panca s’era avanzata fino alla balaustrata e s’apprestava a salire i gradini.

— Dio, Signore, perchè non mi hai permesso di morire?

Egli piegò la testa sulla pisside; e parve esporre la nuca pallida al colpo di scure che doveva ferirlo. [p. 231 modifica]

Avanzandosi verso l’uscio della sagrestia vide però Agnese che si piegava anche lei, inginocchiandosi sul gradino sotto la balaustrata.