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CVI CVIII

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CVII. — Ma se alcuno mi domanderá come avea nome la figliuola delo re della Pititta Brettagna, io dirò ch’ella avea nome Isotta dele bianche mani, imperciò ch’ella avea le piú belle mani che neuna damigella di questo mondo. Ma quando fue venuta l’ora del’andare a vedere T. ed ella síi andoe a lui, e quand’ella fue ala camera ed ella sí incomincioe a risguardare T. e la fedita sua. E dappoi sí gli disse: «Cavaliere, io vi priego che voi sí vi confortiate, imperciò che voi sí sarete guerito tostamente». E dappoi sí gli raconcioe la fedita e tornossi ala sua camera. E dappoi che Isotta dele bianche mani si fue partita dala camera con tutta sua compagnia, T. incominciò a pensare infra se medesimo, e dicea che questa sí era la piú bella damigella ched egli unque vedesse, dala bella Isaotta la bionda in fuori. Molto ne ’ncominciò a pensare T. in questa aventura di questa damigella. Ed ella sí procacciava assai bene di tutto suo podere pur di guerire T.