La fuga di Papa Pio IX a Gaeta/Capitolo XXII
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XXII
Frattanto si era recato al signor giudice il nostro passaporto, egli lo esaminò con molta destrezza, e sebbene gli dispiacesse di non aver udito nè veduto nulla in questa inquisizione che valesse a distruggere o a confermare il sospetto del comandante, lo restituì e voleva congedarsi. Allora l’uffiziale, che era rimasto silenzioso in piedi dietro la mia sedia, pensò uno stratagemma per confonderci e per scoprire in tal modo il segreto, che supponevano esservi fra noi. Mi chiese il permesso di poter parlare e venne fuori colla superba invenzione: si diceva che vi fossero con voi due cardinali travestiti. Io gli risposi tosto che doveva essergli assai facile di riconoscerne uno in me stessa; non aveva d’uopo che di guardare intorno fra la compagnia per trovare e allora li avrebbe tutti e due. Con questo scherzo e con ilarità generale terminò la visita del sig. giudice e dell’uffiziale. Appena eransi allontanati, che S. S. comparve sulla soglia della stanza e ci guardò benignamente: noi ci inginocchiammo ed egli ci benedì in nome del Signore. Indi ciascheduno si ritirò nella sua stanza a dormire.