La fisica dei corpuscoli/Capitolo 8/10
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10. — L’effetto Zeeman nello spettro solare. — Una applicazione molto ardita dell’effetto Zeeman è stata fatta da Hale allo studio della fisica solare. La separazione delle linee dimostra come s’è visto l’esistenza di un campo magnetico, e dà anche il modo di misurarne l’intensità. D’altra parte il fenomeno si verifica anche nello spettro di assorbimento. Le linee nere di assorbimento, quando un corpo che le produce è situato in un campo magnetico, si scindono in due, tre o più linee dando luogo così a quello che si dice effetto Zeeman inverso. Hale ha studiato questo effetto inverso nello spettro di assorbimento delle macchie solari. Secondo l’ipotesi più probabile queste sarebbero vortici di gas elettrizzati e quindi danno luogo ad un campo magnetico. In vicinanza di tali macchie erano già state notate da Lockyer, dal Young, dal Mitchell, alcune singolarità nelle linee di assorbimento; il Lockyer per es. fin dal 1866 avea notato un allargamento delle linee.
Hale pensò che si trattasse appunto del fenomeno inverso di Zeeman. E lo studio spettroscopico confermò l’ipotesi. Quando la macchia era verso il centro del disco solare si videro i duetti di linee polarizzate circolarmente, come appunto si prevedeva perchè in quel caso la linea è vista nella direzione stessa del campo. Se la macchia è all’orlo solare, la polarizzazione è rettilinea. Inoltre se il vortice gassoso cambia senso di rotazione si inverte il senso di polarizzazione delle linee. Per ciò che riguarda l’intensità del campo Hale calcolò che non doveva superare di molto i 4000 Gauss.