La donna forte (Goldoni)/Lettera di dedica
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | La donna forte | L'autore a chi legge | ► |
AL NOBILE ED ERUDITISSIMO CAVALIERE
IL SIGNOR CONTE
GIROLAMO TORNIELLI1.
Pari al nobilissimo di Lei sangue, è altresì la di Lei notissima letteratura, estesa non meno alle profonde scienze, che alle belle lettere, e alle belle arti. L’esquisitissima Poesia è in Lei un adornamento, ma però è tale, che basterebbe da se solo a renderla illustre, e meritevole d’alta lode; poichè tanto nello stile grave, che nel faceto, spicca ne’ versi suoi l’amplissima erudizione, il pensar giusto e maturo, e l’ottimo gusto in simile facoltà, incantatrice amena e piacevole de’ cuori umani. Ella conosce il merito de’ migliori antichi, e sa imitare di loro il meglio, senza rendersi schiavo, adattando perfettamente la lodevole imitazione al gusto del nostro secolo, rendendo piacevoli i modi antichi, e non con affettazione stucchevoli ed annojanti. Fonte perenne di bei pensieri è la di lei chiarissima fantasia, fecondata viepiù dallo studio e dalla seria sua applicazione, rendendo ella giustizia a’ Maggiori suoi col farsi degna di loro, poichè il più bell’ornamento de’ Cavalieri è l’essere adornati di sapere, di gentilezza e di cortesia.
Questi ultimi fregj, che si ammirano nell’amabilissima di lei Persona, somministrano a me il terzo motivo della mia dedica, risguardandola, per me fortunatamente, come gentilissimo mio Padrone, e mi permetta il dirlo, mio amorosissimo Amico. L’amicizia verso le persone di minor grado non disonora le più rìguardevoli, quand’ella principalmente deriva da un cuor buono, e da un certo compiacimento su qualche circostanza fondato. Ella mi ama, e mi protegge, perchè le pare ch’io non sia persona oziosa nel Mondo, perchè trova in me, se non il sapere, un buon desio di sapere, e malgrado la mia insufficienza, si compiace vedermi battere il sentiere, da Lei coltivato, delle persone che studiano. Ciò tutti veggono, e tutti sanno, ma tutti non mi amano, com’Ella mi ama, anzi per lo contrario vi son di quelli che con aspri modi m insultano; è forza dunque dell’amicizia in Lei, che mi compatisce, e mi difende, e mi onora. Grandissimo è il bene e la consolazione che da questo di Lei prezioso dono io ne traggo, ponendo la protezione e l'amicizia sua a fronte degl'insultanti, sicuro d’averli con questo mezzo avviliti. Ecco le mie vendette. Signore, ecco le mie difese. Cavalieri illustri, che mi proteggono; letterati insigni, che mi consolano; amici rispettabili, che mi degnano della loro predilezione. Ella con questi tre titoli cortesemente mi onora, ed io per le medesime tre ragioni questa Commedia, qualunque siasi, umilmente le dedico, e le consacro, protestandomi con profondissimo ossequio
Di V. S. Illustriss.
Umiliss. Devotiss. Obbligatiss. Servidore |
- ↑ Questa lettera di dedica uscì in testa alla commedia l’anno 1761, nel I. VIII del Nuovo Teatro Comico dell’Avv. C. Goldoni, edito a Venezia presso Frane. Pitteri.