La donna forte (Goldoni)/Lettera di dedica

Lettera di dedica

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La donna forte L'autore a chi legge
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AL NOBILE ED ERUDITISSIMO CAVALIERE

IL SIGNOR CONTE

GIROLAMO TORNIELLI1.


A
tre qualità di persone, Illustrissimo Signor Conte, soglio io dedicare le mie Commedie: a Cavalieri illustri, a Letterati insigni, ed a cordiali Amici e Padroni. Ecco dunque, che per tutte e tre le ragioni spronar mi sento a dedicarne una anche a Lei, Cavaliere cospicuo. Letterato amatissimo, ed Amico e Padrone mio benignissimo. La verità è nota al Mondo delle mie due prime proposizioni, cioè del motivo della di Lei nobiltà, e della di Lei dottrina. Sono piene le Storie d’Italia, e specialmente quelle di Lombardia, degli antichissimi fregi della nobilissima Famiglia de’ Conti Tornielli, originaria della Città di Novarra, ma arricchita di Feudi, di Signorie, di dignità Ecclesiastiche, e Militari, e civili, che fu carissima all’Imperador Carlo Quinto, ai primi Duchi della Savoja, ed a quelli della Lorena, insignita della Nobiltà Milanese, grande e rispettata fin dal duodecimo secolo, e cresciuta in meriti e dignità, per le gloriose gesta di tanti Eroi che ha prodotto.

Pari al nobilissimo di Lei sangue, è altresì la di Lei notissima letteratura, estesa non meno alle profonde scienze, che alle belle lettere, e alle belle arti. L’esquisitissima Poesia è in Lei un adornamento, ma però è tale, che basterebbe da se solo a renderla illustre, e meritevole d’alta lode; poichè tanto nello stile grave, che nel faceto, spicca ne’ versi suoi l’amplissima erudizione, il pensar giusto e maturo, e l’ottimo gusto in simile facoltà, incantatrice amena e piacevole de’ cuori umani. Ella conosce il merito de’ migliori antichi, e sa imitare di loro il meglio, senza [p. 284 modifica]rendersi schiavo, adattando perfettamente la lodevole imitazione al gusto del nostro secolo, rendendo piacevoli i modi antichi, e non con affettazione stucchevoli ed annojanti. Fonte perenne di bei pensieri è la di lei chiarissima fantasia, fecondata viepiù dallo studio e dalla seria sua applicazione, rendendo ella giustizia a’ Maggiori suoi col farsi degna di loro, poichè il più bell’ornamento de’ Cavalieri è l’essere adornati di sapere, di gentilezza e di cortesia.

Questi ultimi fregj, che si ammirano nell’amabilissima di lei Persona, somministrano a me il terzo motivo della mia dedica, risguardandola, per me fortunatamente, come gentilissimo mio Padrone, e mi permetta il dirlo, mio amorosissimo Amico. L’amicizia verso le persone di minor grado non disonora le più rìguardevoli, quand’ella principalmente deriva da un cuor buono, e da un certo compiacimento su qualche circostanza fondato. Ella mi ama, e mi protegge, perchè le pare ch’io non sia persona oziosa nel Mondo, perchè trova in me, se non il sapere, un buon desio di sapere, e malgrado la mia insufficienza, si compiace vedermi battere il sentiere, da Lei coltivato, delle persone che studiano. Ciò tutti veggono, e tutti sanno, ma tutti non mi amano, com’Ella mi ama, anzi per lo contrario vi son di quelli che con aspri modi m insultano; è forza dunque dell’amicizia in Lei, che mi compatisce, e mi difende, e mi onora. Grandissimo è il bene e la consolazione che da questo di Lei prezioso dono io ne traggo, ponendo la protezione e l'amicizia sua a fronte degl'insultanti, sicuro d’averli con questo mezzo avviliti. Ecco le mie vendette. Signore, ecco le mie difese. Cavalieri illustri, che mi proteggono; letterati insigni, che mi consolano; amici rispettabili, che mi degnano della loro predilezione. Ella con questi tre titoli cortesemente mi onora, ed io per le medesime tre ragioni questa Commedia, qualunque siasi, umilmente le dedico, e le consacro, protestandomi con profondissimo ossequio

Di V. S. Illustriss.

Umiliss. Devotiss. Obbligatiss. Servidore
Carlo Goldoni.


  1. Questa lettera di dedica uscì in testa alla commedia l’anno 1761, nel I. VIII del Nuovo Teatro Comico dell’Avv. C. Goldoni, edito a Venezia presso Frane. Pitteri.