La donna forte
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LA DONNA FORTE.
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Proverbi, Capo ultimo.
Delle donne la prudente,
La magnanima dov’è?
Più che perla d’orïente
4Prezïosa è la sua fè.
Il marito in lei riposa,
Come in angiol del suo cor;
Mai lontan dalla sua sposa
8Nol trarrà di preda amor.
Non un duol, ma mille beni
Ella a lui dispenserà,
Mille gioie, finché pieni
12Sian gli spazi dell'età.
Ammassò fra le pareti
Lana e lino di lontan,
E bellissimi tappeti
16Seppe trarne di sua man.
Alla nave ella somiglia
D’avveduto mercator,
Che da lungi alla famiglia
20Torna ricca di tesor.
Sorse al lume delle stelle,
Diede cibo a’ suoi garzon,
E chiamò le fide ancelle
24Ad allegra imbandigion.
Con sottile accorgimento
Guardò un campo e l’acquistò:
Poi coi frutti del suo stento
28Una vigna vi piantò.
I magnanimi suoi fianchi
Ha precinti di valor;
Non è giorno in cui si stanchi
32Il suo braccio nel lavor.
I suoi traffichi condotti
Vide ognor con equità,
E gioinne. Nelle notti
36La sua lampa non morrà.
Il cammino a lei dischiuso
Fu de’ forti non invan:
Fra l'ancelle all’ago, al fuso
40Ella inchina la sua man.
La sua mano al poverello
Liberale ognor si aprì;
Da’ suoi tetti l’orfanello
44Mai digiun non si partì.
Non accorasi, se densa
Vien la neve in sull’ostel:
A’ domestici dispensa
48Doppio manto contro il gel.
Una veste a più colori
Per sé stessa volle ordir:
Ella gode, uscendo fuori,
52Bisso e porpora vestir.
Il marito a sè gli sguardi
Delle genti attirerà,
Quando in piazza co’ vegliardi
56Della terra sederà.
Lavorato ha di bei manti
E con oro li cangiò:
A stranieri mercatanti
60Vaghi cingoli affidò.
È fortezza il suo diadema:
Il suo manto è maestà:
Sul suo volto all’ora estrema
64Un sorriso brillerà.
La sua bocca non ragiona
Che di pace e di virtù:
La parola che perdona
68Sulle labbra ognor le fu.
Della casa ogni sentiero
Con attenti occhi spiò;
Nè, sedendo il giorno intero,
72Il suo pane ella mangiò.
Vanto a lei di avventurosa
Diero i figli, e ’n piè si alzâr;
Sorse anch’esso la sua sposa
76Il marito ad onorar.
V’ha più d’una che si vanta
Di oro e perle in quantità;
Ma la gloria che ti ammanta
80Paragone alcun non ha.
Fugge il vezzo, fugge il brio,
Come lampo è la beltà,
Ma colei che teme Iddio
84Esaltata ognor sarà.
Le ghirlande oh! le sian porte,
Che sue mani le acquistâr;
Si oda ognuno sulle porte
88L’opre sue magnificar.