La donna arrubbata

Giuseppe Gioachino Belli

1844 Indice:Sonetti romaneschi VI.djvu sonetti letteratura La donna arrubbata Intestazione 3 gennaio 2025 75% Da definire

Mastr'Andrea vedovo La libbertà de cammera sua
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

[p. 288 modifica]

LA DONNA ARRUBBATA.

     E in quanti? in zette! me cojjoni?! in zette?!
Sette burrini1 pe’ arrubbà una donna!
Figùrete, pe’ ddio, che bbaraonna!,
Che sscenufreggerìa!,2 che ccacc’e mmette!

     E ssott’a ttanti furmini e ssaette,
Va’ ssi sta sciorcinata nun ze sfonna!3
Si ffussi l’occhialon de la Ritonna,4
Se spaccherebbe, e cce vorìa scommette.

     Ma cquesto nun zarebbe un accidente.5
Le donne, pe’ mmé ttanto, bbuggiaralle!
Penzo er Pàpa6 si ccome se la sente!

     Se so’ mmessi un bèr tibbi7 su le spalle.
E cce so’ ttante donne che ppe’ ggnente
Ce vièngheno da sé ssenz’arrubballe!

26 dicembre 1844.

Note

  1. [Burrini, e oggi più comunemente burini, si chiamano “que’ villani che, recatisi a Roma dalle Marche, dalla Romagna, e da altre parti d’Italia per trovar lavoro nell’agro romano, si radunano, specialmente le feste, a Piazza Montanara.„ Per la probabile etimologia del vocabolo, si veda la nota 4 del sonetto: Le lingue ecc., 16 dic. 32.]
  2. [Da scenufreggio, che vale: “sterminio, flagello.„]
  3. [Va’, troncamento di varda, che s’usa spesso per guarda. Quindi tutto il verso significa: “Guarda un po’ tu se è possibile che questa ciorcinata, questa povera diavola, non si ecc.„]
  4. [Del Panteon, chiamato comunemente la Rotonda.]
  5. [Non sarebbe nulla.]
  6. [Facendo sentir molto l’accento tonico sul primo a.]
  7. [Un bel tibbi. “Tutto ciò che sommamente nuoce o colpisce può essere un tibbi.„ Così, altrove, lo stesso Belli.]