La debil, piccioletta e fral mia barca
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Questo testo fa parte della raccolta Opere (Lorenzo de' Medici)/III. Rime
viii
[«Colui alfin vince, che la dura».]
La debil, piccioletta e fral mia barca
oppressata è dalla marittim’onda,
in modo che tant’acqua giá vi abbonda,
che perirá, tant’è di pensier carca.
Poi che invan tanto tempo si rammarca,
e par Nettunno a’ suoi prieghi s’asconda
tra’ scogli, e dove l’acqua è piú profonda;
or pensi ognun con che sicurtá varca.
Io veggio i venti ognor ver’ me piú fèri,
ma Fortuna ed Amor, che sta al temone,
mi disson non giovar l’aver paura;
ch’è meglio in ogni avversitate speri.
E par che questo ancor vogli ragione,
ché colui alfin vince, che la dura.