Giuseppe Gioachino Belli

1835 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura La cura sicura Intestazione 12 ottobre 2024 75% Da definire

Le speranze de Roma Er conto tra ppadre e ffijjo
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

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LA CURA SICURA.

     Che ccosa sc’è da rimanecce stàtichi1
E de stacce accusì smiracolati?2
Ma ggià, vve compatisco, sciorcinati:3
De st’asscenze che cqui4 nnun zéte5 pratichi.

     Io ve dico ch’a ttutti l’ammalati
De dojje isterne e ddolor aromatichi,6
Je se dà ll’ojjo d’àrcadi volatichi7
In certi bbottoncini smerijjati.

     L’antro8 mese ch’io stiede9 a lo spedale,
Pe’ la scommessa mia che mme maggnai
Sei libbre de porcina10 de majale,

     Sto segreto scuperto io l’imparai
Da Ambroscione er facchin de lo spezziale,
Che ppuro11 lui sce n’ha gguariti assai.

30 agosto 1835.

Note

  1. Qual cosa c’è da rimanerci estatici.
  2. E di starci così attoniti.
  3. Poverelli.
  4. Di queste scienze qui.
  5. Non siete.
  6. Reumatici.
  7. D’alcali volatile.
  8. L’altro.
  9. Stetti.
  10. [Di carne porcina.]
  11. Pure.