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XXIII XXV

 
I son congiunto sì a voi di fede,
gentil mia donna, che manofestare
son certo ch’i’ vi posso mio affare,
4como convenmi andare a la merzede

di quella, cui dimoro inclino al pede
umilïando me; e voi pregare
vo’ dolcemente, che a·llei parlare
8deg[g]iate com’ Amor le mi concede:

sicché lo sguardo dolce e amoroso,
che·ssi congiugne co lo mi’ vedere
11alcuna volta quand’ io la rimiro,

ag[g]ia l’efetto dov’ io ’ntorno giro.
E voi di certo dovete sapere
14ben quella ch’amo; ma·nnomar no·ll’oso.