II

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I III

 
Se unqua fu neun, che di servire
acconcio fosse ben lo suo volere
a·cciaschedun, secondo su’ podere,
4sì·sson io un di quei che v’ha’l disire,

e·cch’amerei innanzi di morire
che di no dir, faccendone spiacere,
di cosa in ch’io potesse mantenere
8l’amico a·mme senza farlo partire.

Sì·cch’ubbidire - talor mi convene
però di dir che no·mm’è bene in grato,
11ma ’l fo per la ragion davanti detta:

onde, se nonn·è l’opera perfetta,
tutto ch’i’ non mi sia però iscusato,
14ricordo ’l fallo ch’i’ conosco in mene.