Parre

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Premolo Ponte di Nossa


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PARRE.1


A sinistra, sempre di chi va a Clusone, ecco in ameno declivio presentarsi Parre, (nelle antiche carte Villa de Parre). Comprende le frazioni di Fornace, Monte Acino e Ponte. È diviso in due parti chiamate l’una, per la sua giacitura, Parre di Sopra e l’altra Parre di Sotto. Sua superficie Ett. 2170, ed [p. 62 modifica] una popolazione di abitanti 1008. Ufficio postale a Clusone, che dista km. 5.

Il suo territorio non è coltivato che in parte. Nel restante è ricoperto da foltissimi boschi d’alto e basso fusto, da grandi pascoli, ed estese praterie. I suoi prodotti consistono in frumento, segale, orzo, granoturco, foraggi e legnami. Qui, come a Premolo, si alleva numerosissimo il bestiame che sale a varie migliaia di capi e viene nell’estate condotto nei monti della Valtellina e dei Grigioni e nell’inverno in Piemonte, del Genovesato e del Piacentino2.

«Singolare è il modo di vestire delle donne, che dicesi fatto per voto. Indossano esse una lunga sottana, ossia veste di panno stretta al collo, davanti tenuta sulle spalle da due cinture e aperta di dietro sino a mezza schiena, che lascia vedere una camicia di tela sempre candidissima. In testa portano un cappello maschile. Sembrano, fatte poche eccezioni, altrettanti claustrali terziarie.»

[p. 65 modifica]Arte. — La sua chiesa parrocchiale sotto l’invocazione di S. Pietro Apostolo, fu ricostrutta sopra altra di antichissima data. È adorna di diverse pitture, fra le quali, una del nostro Moroni e di un’altra attribuita alla scuola del nostro rinomato Talpino. In Sacristia se ne vede una anche del nostro Cavagna. A Parre di Sotto se ne trova un’altra in onor di S. Rocco, dipintovi da buon pennello.

Scuole e beneficenza. — Le scuole obbligatorie. — Per la beneficenza havvi una Congregazione di Carità a soccorso principalmente de’ poveri e degli infermi.

Industria e commercio. — Tutta la popolazione è dedita all’agricoltura e all’allevamento del numerosissimo bestiame.

Memorie storiche. — Parre conserva documenti di antichi privilegi sotto gli imperatori di Germania; ed ha la gloria di aver dato i natali agli ascendenti della illustre e nobile famiglia d’Alemagna tutt’ora denominata «Conti di Paar» la quale pur oggidì non disdegna di ricordarsi che da questo ermo paese essa ebbe l’origine.

Rarità naturali. — Nel suo terreno vi sono banchi di carbonato di calce, cioè di marmo nero che riceve un bel pulimento e serve anche di pietra di paragone.


Note

  1. Il suo nome deriva dai Conti di Paar, de’ quali diciamo in appresso nelle Memorie storiche.
  2. Ci è occorso di aver veduto in questi paraggi, un fatto che ci richiamò alla memoria i versi di Giuseppe Barbieri (L’Autunno):
    Vedi? traggon dall’Alpi a schiere a schiere
    Greggi e pastori al pian. L’annua vicenda
    Ne gli stringe a mutar cielo e paese,
    A cercar novi paschi. Irco velluto
    Guarda la truppa, e ne governa i passi
    Fiero molosso. All’asinello in groppa
    Siedon le madri, e i figliuoletti attorno,
    Qual pendente dal seno, e qual giacente
    su canestri di vinco. I buon famigli
    Seguono appresso, e gli umili penati,
    E i cari tabernacoli degli avi,
    Menano seco ad altre sedi. Echeggia
    Di belati, di suoni, e di muggiti
    Tutto intorno la via querula e sorda.
    Nè già per tanto in sì diverse terre
    Peregrinar, la veneranda, avita
    Sdegnano mai semplicità di vesti
    Di costumi, di fatti, onde gli stessi
    Come partiro in pria, tornan sull’Alpi;
    E la cara colonia ha vita e leggi.