Percorsa la scalinata della prima parte della Torre, una rampa rettilinea conduce all’ingresso della stanza dell’orologio, la cui gestione e la cui manutenzione sono da sempre affidate al Comune di Teramo.
Alla stanza si accede attraverso una porta di legno posta sulla destra della scalinata. Il locale è di dimensioni ridotte, ma colpisce subito la sua luminosità, dovuta ai due quadranti in vetro, nei lati est ed ovest, e ad una finestra nel lato nord, peraltro tamponata.
Prima di descrivere la struttura del vano dell’orologio, appare opportuno fornire qualche indicazione di dettaglio sulla storia di questa installazione. Si descriveranno solo successivamente, dunque, l’attuale strumentazione e i suoi meccanismi, l’odierno e l’antico.
È opportuno, innanzitutto, chiarire al lettore che l’orologio che oggi si trova sulla Torre del Duomo non è il primo che fu installato ma si tratta, difatti, di un nuovo impianto che fu realizzato nel novecento.
Non è facile stabilire con precisione la data della prima installazione di un orologio pubblico sulla struttura in esame. Gli archivi, al riguardo, forniscono indicazioni scarse e non uniformi. Quello che appare comunque probabile, è che la presenza di un orologio a servizio della cittadinanza, antecedente a quello che oggi vediamo, sia da riferire ai primi anni dell’800. Si trattava, presumibilmente, di uno strumento ad un solo quadrante, realizzato in marmo bianco che restò al suo posto sino agli ultimi anni del secolo. Il quadrante marmoreo, peraltro, sopravviverà, come si dirà a breve, alla sostituzione dell’orologio che avvenne sul finire del XIX secolo.
Ci si riferisce, difatti, alla sostituzione che avvenne nel periodo 1891 – 1892, su iniziativa del Sindaco Berardo Costantini che tanto volle l’installazione di un nuovo orologio pubblico che indicasse l’ora ai due lati della Città, l’antico e il moderno.
Nel verbale della seduta della Commissione Edilizia del 31 ottobre 1891, difatti, si legge che il desiderio del Sindaco Costantini pervenne finalmente ad attuazione con l’acquisto di due quadranti a vetro trasparente, realizzati dalla fabbrica Tenca di Milano, aventi 2,55 metri di diametro e 13 millimetri di spessore.
Con tutta probabilità, questa installazione doveva essere di così buona fattura che il Commissario Prefettizio presso il Comune di Faenza, il 24 dicembre 1892, inviò una richiesta al Sindaco di Teramo per poter ottenere informazioni sulla tipologia dell’orologio montato sulla Torre del Duomo e sull’impresa realizzatrice. Il Sindaco Costantini rispose cortesemente alla richiesta nello stesso mese di dicembre.
Per la posa in opera dell’orologio appena acquistato, gli ingegneri comunali dell’epoca dovettero predisporre un delicato progetto per permettere l’alloggio dell’impianto, poiché, come si legge nel citato verbale della Commissione Edilizia, «nei posti in cui si dovrebbero montare i due quadranti sonvi delle porte richiuse». Il progetto comunale, posto in esecuzione, preparò la stanza dell’orologio nella forma e con gli spazi in cui ancora oggi la vediamo e condusse, dunque, all’apposizione del primo orologio pubblico della Torre.
Come si dirà anche in seguito, questo impianto subì, nel corso degli anni, innumerevoli guasti e danneggiamenti ad opera delle intemperie, costringendo i tecnici municipali e gli orologiai manutentori, appositamente incaricati dall’Amministrazione Comunale, a continue riparazioni. I problemi a questo secondo orologio giunsero, col tempo, ad un tale livello di insopportabilità, da parte dei tecnici e da parte della cittadinanza, che nel novecento si pervenne alla decisione di sostituirlo integralmente con un nuovo, terzo apparecchio di cui appresso si dirà.
Prima di esaminare questi eventi, tuttavia, è opportuno segnalare che all’epoca dell’installazione del primo orologio sulla Torre del Duomo, esisteva già da molti anni un orologio pubblico sul campanile della chiesa di Sant’Antonio, gestito a spese dell’Amministrazione Comunale. Una lettera del 10 aprile 1895, a firma del Priore della Congregazione di Sant’Antonio da Padova in Teramo, segnalava al Sindaco della Città che questo orologio parrocchiale, munito di un «quadrante esteriore a pittura sull’intonaco di una delle facciate» della relativa torre, non era più in funzione da diverso tempo, con grave nocumento degli abitanti del quartiere, non visivamente serviti dalle indicazioni orarie fornite dal nuovo orologio della Torre del Duomo. Le cause di questo malfunzionamento erano da ricercare, a detta del Priore, in un guasto del meccanismo interno e nella progressiva cancellazione del quadrante in pittura, ad opera delle intemperie. Veniva fatta accorata richiesta al Sindaco, dunque, di voler provvedere alla riparazione dell’orologio della chiesa di Sant’Antonio. Questi rispondeva all’appello comunicando che la Giunta Comunale aveva autorizzato la riparazione dell’impianto e, in aggiunta, aveva autorizzato la cessione alla Congregazione richiedente del vecchio quadrante di marmo che, prima dell’installazione dell’orologio del 1891 – 1892 voluto dal Sindaco Costantini, era stato collocato sulla Torre del Duomo.
Fu questo, in sostanza, il primo trasferimento di parte dell’orologio della Cattedrale presso la chiesa di Sant’Antonio. Difatti, ne avvenne successivamente un altro.
Quando iniziò ad emergere la proposta, negli ambienti municipali, di installare sulla Torre del Duomo un nuovo orologio, in sostituzione di quello del Costantini del 1891 – 1892, ormai obsoleto e non più funzionante, la Congregazione di Sant’Antonio da Padova in Teramo, alla luce del cattivo servizio che l’antico orologio di quella parrocchia continuava a fornire, nonostante le ripetute riparazioni, inviò una ulteriore lettera al Sindaco, ora divenuto Podestà, in data 30 maggio 1924, chiedendo di poter ricevere in cessione l’orologio del 1891 – 1892, che sarebbe stato smontato dalla Torre del Duomo, per poterlo sistemare presso il campanile della relativa parrocchia. Alla risposta affermativa del Podestà seguì il secondo nuovo trasferimento dell’orologio della Cattedrale presso la chiesa di Sant’Antonio. Quest’ultima si trovò dunque a possedere, in sostituzione del vecchio quadrante in marmo concesso quasi trent’anni prima, il quadrante in vetro che in precedenza era posto sulla Torre del Duomo. Questo indusse la Congregazione interessata, perciò, ad inoltrare successiva istanza presso la Società Elettrica di Teramo perché fosse fornita l’energia necessaria all’illuminazione notturna del quadrante in vetro. La risposta positiva, non senza tentennamenti, giunse il 18 giugno 1930.
Nel corso dei decenni, tuttavia, nuovi guasti e nuovi danneggiamenti obbligarono la parrocchia ad abbandonare il vecchio quadrante in vetro del 1891 – 1892 prelevato dalla Torre del Duomo e il nuovo orologio, che tuttora è possibile vedere sul campanile della chiesa di Sant’Antonio, non è più quello trasferito dalla Cattedrale, avendo ora un nuovo quadrante marmoreo e un nuovo meccanismo elettronico. È rimasta originale, invece, l’intelaiatura metallica che indica le ore e i minuti sul quadrante: si tratta di quella del vecchio orologio voluto dal Sindaco Costantini, spostato dal Duomo nel novecento, per essere rimpiazzato dal nuovo, terzo impianto di cui si dirà a breve.
Come accennato in precedenza, i continui guasti del meccanismo di marcia e i continui danneggiamenti del tempo resero ben presto non più funzionale il secondo orologio della Torre della Cattedrale, quello del Costantini del 1891 – 1892, e gli stessi tecnici comunali, nonché gli orologiai incaricati della manutenzione dell’impianto, a seguito di continue lagnanze, si videro costretti a proporre nuovamente la sostituzione dell’orologio con un terzo apparecchio, di cui si dirà.
Dai documenti dell’epoca risulta, tra i vari interventi manutentivi eseguiti su questo impianto ormai obsoleto, un numero notevolissimo di riparazioni del quadrante, del meccanismo di marcia, di riverniciature, di sostituzione dei vetri del quadrante infranti per colpa delle intemperie. Nella seduta del 9 maggio 1901, la Giunta Comunale decise addirittura di far costruire, con una spessa di lire 500, un nuovo quadrante in vetro per il lato ovest della Torre, identico al precedente, poiché questo era andato distrutto ed era caduto a terra dopo un violento temporale, causando, tra gli altri, anche diversi danni al tetto del Palazzo Vescovile.
Alla luce di questi eventi, ormai all’ordine del giorno, il Comune di Teramo decise di sostituire completamente il vecchio orologio del Costantini e provvide all’acquisto e all’installazione, finalmente, di un terzo nuovo orologio da collocare sulla Torre, munito, per l’epoca, dei più moderni sistemi tecnologici.
Questo terzo impianto è quello che ancora oggi si vede sulla Torre, anche se l’antico meccanismo di marcia, tuttora presente nella stanza dell’orologio, come si dirà a breve, è stato dismesso.
Il nuovo orologio, installato quindi nel 1924, fu realizzato dalla fabbrica dei Fratelli Miroglio, fondata a Torino nel 1898 e specializzata nella realizzazione di questi apparecchi.
Il nome di questa storica azienda torinese, in effetti, rimarrà legato all’orologio che tuttora è in funzione sulla Torre del Duomo, nonostante il vecchio meccanismo sia stato disattivato e sostituito con un moderno impianto elettronico.
L’azienda è oggi tuttora in attività, anche se col tempo ha riconvertito la propria produzione, dismettendo la realizzazione di orologi pubblici per torri e specializzandosi, quindi, in strumenti meccanici di precisione.
Nel 1924, dunque, fu realizzato il nuovo orologio della Torre e il vecchio, smontato, fu trasferito a Sant’Antonio, come detto in precedenza. Si trattava di uno dei modelli di cui al fornito catalogo della fabbrica torinese, munito di pendolo e di pesi per il caricamento, le cui funi furono fatte passare attraverso il pavimento della stanza dell’orologio, come visto in precedenza.
Le basi in legno del tavolo che sorreggeva il meccanismo furono successivamente sostituite con un nuovo sistema di sostegno, come si dirà appresso.
I quadranti del nuovo orologio furono costruiti anch’essi in vetro trasparente e con telaio in ghisa, come quelli del vecchio orologio del 1891 – 1892, per poter essere retroilluminati durante le ore notturne.
Nonostante questo terzo, nuovo orologio fosse entrato in funzione da appena qualche anno, non tardarono a verificarsi, come per gli altri due impianti del passato, inconvenienti che diedero seguito a proteste e ad una serie di interventi di manutenzione.
Percorrendo, in ordine cronologico, i principali disguidi che caratterizzarono, come tutti i suoi predecessori, il servizio di questo nuovo orologio, è da segnalarsi innanzitutto il rapporto che l’orologiaio addetto alla manutenzione dell’impianto, Eliseo Carnessale, rimise al Podestà il 30 ottobre 1931, pochi anni dopo l’installazione dell’apparecchio. In tale sede, egli segnalò che il nuovo orologio «poggia sopra un cavalletto di legno, cosicché quando si carica l’orologio stesso si sposta: è necessario sostituirlo con un sostegno di cemento».
L’orologiaio Carnessale, nel suo rapporto al Podestà, segnalò anche che «l’ingranaggio delle lancette fa sì che nel salire l’orologio stesso perda dei minuti, mentre nello scendere ne guadagni altrettanti». In sostanza, quindi, egli comunicò all’Amministrazione Comunale che gli addebiti di incompetenza e cattiva manutenzione del nuovo orologio, che pure gli erano stati rivolti, erano da ritenersi totalmente infondati.
Il 18 ottobre 1932, due agenti di Polizia Municipale segnalarono al proprio Ispettore che l’orologio della Torre del Duomo «alle ore 6,30 segnava le ore 4,10», mentre l’orologio della chiesa di Sant’Antonio, che in realtà era il vecchio orologio del Costantini, «alle ore 4 segnava le ore 7». Il destino dei due orologi sembrava dunque assai simile.
Una nuova nota al riguardo fu emessa dall’Ispettore di Polizia Municipale al Podestà il 9 aprile 1934. Vi si informava che in tal data l’orologio del Duomo «segnava dieci minuti in meno della ora ufficiale, tanto che alcuni viaggiatori hanno perduto la postale per Giulianova. L’addetto alla manutenzione degli orologi pubblici, Sig. Carnessale, da me chiamato, ha subito provveduto a rimetterlo a posto ed avendolo diffidato ad usare maggiore vigilanza e più attenzione, il medesimo ha dichiarato che l’apparecchio è difettoso e bisognevole di riparazioni, come più volte nel passato ha esposto, tanto che la suoneria funziona irregolarmente».
Il 12 ottobre 1934, Vincenzo Pompei, componente della Confraternita di Sant’Antonio da Padova in Teramo, segnalava al Commissario Prefettizio del Comune di Teramo il pessimo funzionamento dell’orologio sito in tale chiesa e, nel contempo, rivolgeva istanza perché fosse ripristinata la corretta funzionalità anche dell’impianto del Duomo. Il Commissario Prefettizio rispondeva interessando della questione, ancora una volta, l’orologiaio delegato, Eliseo Carnessale.
Le segnalazioni, nel tempo, proseguirono e sono giunte sino ai giorni nostri, nonostante nel frattempo sia stato dismesso il vecchio meccanismo a pendolo e sia entrato in funzione un sistema di gestione elettronico. È segno, evidentemente, di uno strano destino di tutti gli orologi pubblici della Città, a prescindere dalla vetustà e dal sistema di marcia.
Lo stesso Fernando Aurini, a più riprese, ebbe occasione, come nel novembre del 1987, di porre l’attenzione sulla stampa sul cattivo funzionamento dell’orologio della Torre.
Nell’ottobre del 1989, come documentato ancora da Fernando Aurini, avvenne un incidente in Piazza Martiri della Libertà. La lancetta dei minuti, pesante diversi chilogrammi ed evidentemente in pessimo stato di conservazione, si staccò dal quadrante del lato ovest e cadde a poca distanza da un turista tedesco altoatesino, Richard Gaukler, che si trovava ad ammirare la Torre stessa dalla Piazza. Questi, dopo il comprensibile spavento, diede mandato al proprio avvocato di sporgere formale denuncia dei confronti del Comune di Teramo, responsabile della gestione e della manutenzione dell’orologio. La lancetta dei minuti fu dunque prontamente ricostruita e sostituita, ma non avvenne ciò per quella delle ore che, tuttora, resta al suo posto. È utile segnalare, altresì, che questa stessa lancetta delle ore nel lato ovest è l’unica che, non essendo stata mai ricostruita, è conservata oggi originale come l’intero quadrante del 1924, mentre le due lancette del lato est sono state sostituite, come si dirà a breve, nel 2005.
Nel corso del tempo, per ovviare alle tante proteste della cittadinanza e delle autorità, furono eseguiti sull’orologio del 1924 diversi interventi, tutti peraltro ampiamente documentabili ad un esame attento dell’antico meccanismo di questo interessante terzo orologio della Torre, tuttora presente nell’apposito vano.
Tra l’aprile e l’ottobre del 1932, dietro parere dell’orologiaio Carnessale e previa relazione dell’Ingegnere Capo dell’Amministrazione Comunale, vengono posti in essere diversi interventi di manutenzione straordinaria sull’orologio della Torre: si sostituiscono i vecchi cavalletti in legno che sorreggono il meccanismo di marcia, originariamente forniti dalla fabbrica dei Fratelli Miroglio e ormai vetusti e deformati, con «due travi di ferro a doppio T, incastrate fra due pareti del vano, allo scopo di ottenere maggiore garanzia di stabilità»; si realizza una cassa in legno per riparare il meccanismo e «per preservarlo dalla polvere che entra in quantità notevole attraverso gli interstizi dei quadranti dell’orologio nel vano in cui trovasi la macchina»; si sostituiscono le vecchie funi che reggono i pesi dell’orologio, ormai logorate dal tempo e dall’usura, con «metri 2oo di corda in acciaio zincata, avente spessore di 6 millimetri», fornite all’orologiaio Carnessale dalla rivendita di Alberto Rocca a Torino, a sua volta rifornitosi dalla fabbrica dei Fratelli Miroglio.
Nel febbraio 1938, altresì, furono eseguiti ulteriori lavori supplementari presso la stanza dell’orologio, tra i quali fu prevista anche una riparazione alla porta d’ingresso di tale stanza.
L’ultimo notevole intervento effettuato sull’orologio della Torre è stato quello che ha consentito la dismissione dell’antico meccanismo realizzato nel 1924, sostituito da un attuale congegno elettronico che gestisce sia la marcia dei due apparecchi, nei lati est ed ovest, sia i segnali orari delle ore e dei quarti.
Nonostante l’antico meccanismo non sia più utilizzato, tuttavia, esso e i suoi accessori sono rimasti in loco, così come sono originali del 1924 anche i due quadranti trasparenti realizzati dai Fratelli Miroglio a Torino.
Dopo questa lunga premessa di carattere storico, pur doverosa per comprendere le vicende degli orologi che si sono avvicendati sulla Torre del Duomo, è possibile riprendere l’esame della relativa stanza.
Dinanzi alla porta d’ingresso, sul lato nord, vi è una finestra a bifora, parzialmente tamponata e quindi chiusa da infisso, con una colonnina sulla cui sommità è posto un piccolo e pregevole capitello.
Sulla destra è posto, dietro un’apertura circolare, realizzata durante l’installazione dell’orologio del 1891 – 1892, il quadrante est dell’orologio, munito del moderno meccanismo di marcia delle lancette, a sua volta collegato con la centralina di controllo generale.
Sulla sinistra vi è, dietro una medesima apertura circolare, il quadrante ovest, collegato al proprio meccanismo di marcia attraverso una lunga asta metallica utilizzata per il movimento delle lancette.
La parte senz’altro più interessante della stanza dell’orologio è l’antico meccanismo dell’impianto, situato al centro del locale e, dipinto in colore rosso, reca la targa della fabbrica costruttrice dei Fratelli Miroglio.
Questo antico meccanismo, rimasto in funzione per diversi decenni, è tuttora dotato dei propri pesi che, attraverso le funi che scendono al di sotto della stanza attraverso quattro feritoie sul pavimento di questa, sono stati in grado di regolare, in passato, la carica e la marcia dell’impianto.
Come evidenziato in precedenza, i vecchi cavalletti in legno realizzati dai Fratelli Miroglio per il sostegno del meccanismo furono sostituiti nel 1932 perché erano ormai deformati e non assicuravano più una sufficiente stabilità dell’apparato, soprattutto in fase di carica.
Al di sotto del meccanismo, a fianco delle quattro funi dei pesi che scendono ai livelli sottostanti, vi è il pendolo che permetteva la marcia dell’impianto.
Il meccanismo, pur essendo inattivo da decenni, pare trovarsi tuttavia in uno stato di conservazione piuttosto soddisfacente, sia pure nonostante l’esposizione ai volatili che, da sempre, rappresentano un grande problema per la conservazione delle strutture della Torre. L’apparecchiatura qui descritta, dunque, è quella originale del 1924, così come i due quadranti in vetro, ad eccezione della lancetta dei minuti del lato ovest, ricostruita e ricollocata negli anni ’90 a seguito dell’incidente del 1989 di cui si è detto, e delle due lancette del lato est, ricostruite e ricollocate nel 2005, a causa del loro deterioramento. L’unica lancetta che, ad oggi, è originale e non è mai stata ricostruita è quella delle ore nel lato ovest.
Visionata la stanza dell’orologio, uscendo dalla relativa porta in legno, la scala prosegue sulla sinistra e conduce diritta alla cella campanaria inferiore.