Quando, provenendo dall’ascolano o da Montorio al Vomano o dalla costa, si entra a Teramo e si percorrono le direttrici viarie che penetrano nel tessuto urbano, la notevole mole della Torre del Duomo compare subito alla vista. Talvolta in lontananza, nella parte sommitale, altre volte, come nel caso della prospettiva centrale che nasce su Viale Bovio, esattamente dinanzi, dritta e severa nella sua imponenza.
Per chiunque abbia avuto occasione di attraversare Teramo, difatti, la Torre del Duomo ha certamente rappresentato un punto di riferimento spaziale di primaria importanza. Per i teramani, d’altro canto, questo punto di riferimento si è naturalmente associato e, talvolta, ha ceduto il passo a punti di riferimento di carattere storico-urbanistico, religioso, artistico-culturale ed affettivo. La Torre del Duomo, dunque, è elemento assai radicato nella Città di Teramo. Radicato dal punto di vista strutturale, tanto da costituire un vero e proprio unicum con l’intero tessuto del centro storico cittadino, e radicato nei teramani, che all’ombra di quella Torre hanno vissuto e vivono il loro tempo scandito dai rintocchi delle campane.
Se, d’altronde, si tiene conto del fatto che il centro storico della Città, così come la Basilica Cattedrale, apparirebbe monco, dal punto di vista urbanistico e architettonico, se si eliminasse d’improvviso la mole della Torre, è assolutamente logica la constatazione che l’immagine di questo edificio sia sovente riprodotta ed inserita nei loghi e negli stemmi di rappresentazioni, cerimonie, iniziative e raffigurazioni più svariate, a rappresentanza del territorio teramano e quasi a confermare, ove ce ne fosse bisogno, il legame forte che la Torre ha col tessuto urbano, affettivo e culturale della Città.
Non ci si può stupire, quindi, laddove si pensi che questa struttura, spesso in associazione con la facciata orientale del Duomo, sia assurta al ruolo di grafica rappresentanza turistica della Città di Teramo, che diversi decenni or sono sia stata decisa la parziale demolizione della vecchia fontana di Piazza Garibaldi che, con le sue vasche sovrapposte, certamente ostacolava la visione prospettica che da Viale Bovio si apriva sul Corso San Giorgio e, dunque, sulla Torre. Decisione assai criticata, certamente, ma comunque non priva di una logica architettonica di fondo.
Alla luce di tutto ciò, realizzare una pubblicazione, seppur breve, dedicata esclusivamente alla Torre del Duomo non è, paradossalmente, cosa facile. La scarsità di fonti documentarie, in effetti, non fa pendant con la vasta mole del patrimonio fotografico storico inerente l’argomento. La difficoltà nel reperire notizie attendibili ha costituito subito uno degli ostacoli maggiori nella ricostruzione del passato della Torre e nella stesura di un articolato di carattere divulgativo su questo edificio. Eppure, sotto tale specifico aspetto, il forte legame che essa ha con la Città e la notevole storia plurisecolare che essa, al pari della Basilica Cattedrale alla quale è legata, possiede, non hanno avuto un’opportuna cassa di risonanza.
Ma, al riguardo, appare anche logico sostenere che è stata proprio l’assenza di una cassa di risonanza informativa, artistica e culturale a spingermi alla realizzazione di quest’opera. Le poche notizie architettoniche ad oggi presenti nella Città di Teramo, inerenti questo manufatto, sono tuttora contenute su fonti di vario genere, frammentate e custodite in luoghi e archivi assai differenti fra loro, spesso assai disorganizzati, mal catalogati, monchi in più punti e non di rado inaccessibili e inconsultabili. L’esigenza, dunque, era quella di studiare un materiale bibliografico così disarticolato e ricostituirlo con l’ausilio di un testo organico e coordinato, senza peraltro tralasciare l’osservazione diretta e fotografica della Torre. Osservazione che, accompagnata dalle necessarie informazioni storiche, artistiche ed architettoniche, costituisce peraltro l’oggetto principale di questa pubblicazione.
È sin da ora opportuna, però, la precisazione che questa esigenza è temperata dal fatto che il presente testo non ha e non vuol avere alcun ruolo di trattazione architettonica vera e propria. Si è in presenza, semmai, di un testo il cui obiettivo primario è quello divulgativo. Quello di avvicinare al lettore, pertanto, le notizie, le informazioni e le curiosità di una struttura che in Città tutti conoscono visivamente, ma pochi conoscono approfonditamente. Un punto assai peculiare, quindi, ho voluto ravvisarlo proprio nell’aspetto della curiosità: l’impronta che, del resto, ho voluto imprimere alla trattazione risente parecchio dell’elemento della curiosità, quale metodo diretto ed immediato per avvicinare il grande pubblico, e non esclusivamente gli esperti della materia, alla Torre. Scorrendo le pagine, in effetti, il lettore si renderà subito conto dell’importanza dell’aspetto della curiosità nella strutturazione dell’opera.
La voluta stringatezza del presente testo, d’altro canto, è necessaria ad un’opera il cui scopo è fondamentalmente quello divulgativo. Se, come si vedrà di seguito, l’immagine e la fotografia hanno assunto un’importanza fondamentale nella trattazione, l’elemento didascalico e l’elemento informativo storico-architettonico non possono che essere adattati a questo peculiare ruolo che è stato attribuito, più in generale, alla pubblicazione in esame.
Un ultimo cenno mi preme riservarlo all’aspetto terminologico. In quest’opera ho volutamente e costantemente utilizzato l’espressione «Torre» e non «campanile». Scelta motivata dal fatto che il secondo, a differenza della prima, è struttura che è destinata esclusivamente ad ospitare le campane. La torre, invece, senza dimenticare la circostanza che spesso tale struttura risulta annessa ad un edificio di culto, oltre ad alloggiare in genere una o più campane, assume o ha assunto in passato anche funzioni di diverso genere. Dall’indicazione dell’ora e la segnalazione dello scorrere del tempo, a funzioni di carattere civile, laddove non addirittura di sicurezza militare o di pubblica incolumità. È stato proprio questo il caso della Torre del Duomo di Teramo. Ma questo lo si capirà scorrendo le pagine che seguono.