La Terra dei Morti
Questo testo è completo, ma ancora da rileggere. |
Mummie dalla matrice,
È becchino la balia,
4Anzi la levatrice;
Con noi sciupa il Priore
L’acqua battesimale,
E quando si rimuore
8Ci ruba il funerale.
Eccoci qui confitti
Coll’effigie d’Adamo;
Si par di carne, e siamo
12Costole e stinchi ritti.
O anime ingannate,
Che ci fate quassù?
Rassegnatevi, andate
16Nel numero dei più.
Ah, d’una gente morta
Non si giova la Storia!
Di libertà, di gloria,
20Scheletri, che v’importa?
A che serve un’esequie
Di ghirlande o di torsi?
Brontoliamoci un requie
24Senza tanti discorsi.
Ecco, su tutti i punti
Della tomba funesta
Vagar di testa in testa
28Ai miseri defunti
Il pensiero abbrunato
D’un panno mortuario.
L’artistico, il togato,
32Il regno letterario
È tutto una morìa.
Niccolini è spedito;
Manzoni è seppellito
36Co’ morti in libreria.
E tu giunto a compieta,
Lorenzo, come mai
Infondi nella creta
40La vita che non hai?
Cos’era Romagnosi?
Un’ombra che pensava
E i vivi sgomentava
44Dagli eterni riposi.
Per morto era una cima.
Ma per vivo era corto;
Difatto, dopo morto,
48È più vivo di prima.
Dei morti nuovi e vecchi
L’eredità giacenti
Arricchiron parecchi
52In terra di viventi:
Campando in buona fede
Sull’asse ereditario,
Lo scrupoloso erede
56Ci fa l’anniversario.
Con che forza si campa
In quelle parti là!
La gran vitalità
60Si vede dalla stampa.
Scrivi, scrivi e riscrivi,
Que’ Genii moriranno
Dodici volte l’anno,
64E son lì sempre vivi.
O voi, genti piovute
Di là dai vivi, dite,
Con che faccia venite
68Tra i morti per salute?
Sentite, o prima o poi
Quest’aria vi fa male:
Quest’aria anco per voi
72È un’aria sepolcrale.
O frati soprastanti,
O birri inquisitori,
Posate di censori
76Le forbici ignoranti.
Proprio de’ morti, o ciuchi,
E il ben dell’intelletto:
Perchè volerci eunuchi
80Anco nel cataletto?
Perchè ci stanno addosso
Selve di baionette,
E s’ungono a quest’osso
84Le nordiche basette?
Come! guardate i morti
Con tanta gelosia?
Studiate anatomia,
88Che il diavolo vi porti!
Ma il libro di natura
Ha l’entrata e l’uscita;
Tocca a loro la vita
92E a noi la sepoltura.
E poi, se lo domandi,
Assai siamo campati;
Gino, eravamo grandi,
96E là non eran nati.
O mura cittadine,
Sepolcri maestosi,
Fin le vostre ruine
100Sono un’apoteosi.
Cancella anco la fossa,
barbaro inquïeto,
Chè temerarie l’ossa
104Sentono il sepolcreto.
Veglia sul monumento
Perpetuo lume il sole,
E fa da torcia a vento:
108Le rose, le viole,
I pampani, gli olivi,
Son simboli di pianto:
O che bel camposanto
112Da fare invidia ai vivi!
Cadaveri, alle corte
Lasciamoli cantare,
E vediam questa morte
116Dov’anderà a cascare.
Tra i salmi dell’Uffizio
C’è anco il Dies Irae:
O che non ha a venire
120Il Giorno del Giudizio?