La Pieve di Dervio/La Provincia di Como
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LA PROVINCIA DI COMO
Questa ricca e vasta Provincia confina al Nord colla Svizzera e Provincia di Valtellina; all’Est pure colla Valtellina e Provincia di Bergamo; al Sud con quella di Milano, ed all’Ovest con quella di Novara e la Svizzera. Ha una superficie di Kilom. quadrati 2717.16 ed una periferia di Kilom. 468556.
Due linee di monti si staccano a Nord, l’una dalle Alpi Retiche l’altra dallo Spluga, che si protendono, allargandosi, verso mezzodì, e tra esse una terza da Sud a Nord che s’avanza a modo di cuneo terminando a Bellagio dove divide il lago in due rami, di Lecco e di Como. Quelle linee di monti abbassandosi verso il Sud formano ricche e ridenti colline che vanno ad estinguersi nella vasta pianura lombarda. Fra i Laghi Maggiore, di Como, di Lugano e la Provincia Milanese il terreno è tutto a valli, monti e piani fruttiferi racchiudenti splendidi laghetti. Le colline comprese fra il corso dell’Adda ed il Lambro formano la deliziosa Brianza; fra questa ed i monti di Como trovasi il ridente Pian d’Erba.
MONTI PRINCIPALI. — Il Legnone (altezza sul mare m. 2612) — Pizzo dei Tre Signori (m. 2560) — Varrone (m. 2549) — Montecodeno o Grigna Settentrionale (m. 2403) — Pizzo di Gino (m. 2272) — Grigna meridionale (m. 2184) — Sant-Jorio (m. 2179).
VALLATE. — La Valsassina e Valmadrera in Circondario di Lecco — Valassina e Valbrona in Mandamento di Canzo — di Bellano o della Pioverna — di Dervio Mandamento di Bellano — di Livo, Gravedona, Dongo Mandamento di Gravedona — di Menaggio e Cavargna — di Vall’Intelvi, divisa in tre rami e due Mandamenti — di Valsolda in Mandamento di Porlezza — di Valcuvia, Marchirolo, Ganna, Travaglia, Vedasca, Dumenza in Circondario di Varese, ed altre minori.
FIUMI PRINCIPALI. — L’Adda nasce sul monte Braulio, attraversa la provincia di Valtellina, sbocca nel lago a Colico, ne sorte a Lecco e va a metter foce nel Po a Cremona — il Lambro ha origine in Valassina, passa per Monza e sbocca nel Po — l’Olona ha le sue fonti in Valganna, vicino a Varese, e gettasi nel Naviglio grande a Porta Vittoria in Milano.
FIUMI SECONDARI. — L’Albano a Dongo — il Varrone a Dervio — la Pioverna a Bellano — il Telo ad Argegno — il Caldone a Lecco — la Tresa in territorio di Luino. — In totale tra fiumi e torrenti circa una sessantina.
LAGHI. — Quello di Como o Lario, avente la forma di un Y, con una superficie di 153 milioni di metri quadrati, una lunghezza da Como a Gera di m. 48000, larghezza massima m. 4000 (Fiumelatte-Majolica) e minima di m. 750 (Torriggia-Careno), profondità massima m. 414. Capi-lago: Lecco a Sud-Est, Como a Sud-Ovest, Colico a Nord-Est. Come tutti i laghi è soggetto a variazioni d’altezza, e la massima piena ricordata avvenne il 21 settembre 1829 — raggiungendo m. 3.98 sopra lo 0 dell’idrometro posto a m. 199.34 sul livello del mare (Vedi annotazione A); la piena ordinaria trovasi a m. 1.80.
Il lago di Como è fra i più belli d’Europa, e la Tremezzina è la parte migliore per clima e posizione; vien detta il giardino di Lombardia, un sorriso di natura, ed annualmente attira innumerevoli forestieri nei superbi alberghi posti sulle rive di quel bacino fortunato.
Nella Provincia sono compresi anche parte dei Laghi Maggiore e di Lugano.
LAGHI MINORI. — Quelli di Varese, Monate, Comabbio, Biandronno, Annone, Alserio, Pusiano, Segrino, di Montorfano e parte di quello di Mezzola unito al Lario da un canale navigabile; in buon numero i laghetti alpini; chiamansi pure laghi, di Pescarenico, Garlate, Olginate, i bacini formati dagli allargamenti dell’Adda.
ISOLE. — La Comacina, di fronte a Sala sul Lario, già baluardo delle libertà italiche ai tempi dei Goti e dei Longobardi, ridotta in rovina dai Comaschi nel 11691; in essa trovansi avanzi di fortilizi e di chiese antichissime; l’isola dei Cipressi, sul lago di Pusiano, celebre per gli avanzi preistorici.
PESCI. — I più pregiati nei diversi laghi sono: la trota — il pesce persico — il carpione — la tinca — l’anguilla — il luccio, e squisitissimo l’agone, specialità del Lago di Como. I pesci sono in diminuzione causa alcune malattie introdottesi, ma più per lo smodato uso di reti distruttrici ed il nessun rispetto alla epoca del fregolo. La trota però tende ad aumentare dopo la distruzione delle pescaje lungo il Fiume Adda in Valtellina e per le immissioni di avannotti ottenuti a Fiumelatte nella Villa del distintissimo signor Cav. Ufficiale Enrico Bruguières che, oltre la gratuita prestazione dei locali e degli attrezzi, l’egregio signore prestava l’assiduo ed intelligente suo ajuto. Nel 1881 vennero immesse nel lago le uova fecondate di coregone, o lavareto, portate dal lago di Costanza (Svizzera), ma per sconosciute cause la deposizione non ebbe esito favorevole. Dal 1886, visto lo splendido risultato ottenuto l’anno antecedente a Fiumelatte, si continuarono le incubazioni di uova di coregoni provenienti dalle RR. Stazioni di Piscicoltura e dall’estero e le immissioni sino al 1895, nel qual anno principiarono le incubazioni di uova di coregoni presi nel Lario.
A Bellagio nel corrente anno 1898 vennero posti in incubazione le uova di coregone azzurro a spese della benemerita e distinta Sezione Lariana di Piscicoltura, ma una fortuita interruzione dell’acqua ne causò la perdita totale.
Il coregone è un salmonide che vive di piccoli crostacei, lumachelle e larve d’insetti; è un ottimo pesce, ma facile alla decomposizione.
ACQUE-FLORA-FAUNA. — Abbondanti le sorgenti d’acqua potabile, limitatissimo il numero delle minerali; superbe le cascate della Villa Pliniana, di Molina, di Nesso, di Camoggio sotto a Pigra, di Balbiano, ed altre in Valsassina; rinomata la sorgente intermittente della Pliniana studiata da Cajo Plinio e quella alle sorgenti del Lambro.
Ricca la flora, che conta alcune specie rare, descritta nella «Flora Comense» dal Prof. Dott. Giuseppe Comolli, edita nel 1857, ed in parte nella «Flora Medica» del Dott. Giberto Scotti. Un buon erbario, ricco di 1435 esemplari indigeni e 472 esotici, lasciò la signora Candida Lina-Perpenti da Cremia, ora in proprietà del Cav. Prof. Canonico Don Antonio Carizzoni di Mandello. Numerose specie di crittogame raccolse, specialmente sul ricco Legnone, e classificò il distintissimo Prof. Santo Garovaglio da Como, fondatore del Gabinetto Crittogamico di Pavia.
Abbondante la produzione dei funghi commestibili; boleti, agaricini, ovoli, clavarie e lo squisitissimo tartufo, che dànno un reddito di parecchie migliaja di lire.
Nei monti o sul piano trovansi: volpi, lepri, compresovi il bianco proprio delle alte zone, marmotte, martori, faine, puzzole, donnole, ermellini, però non comuni, scojattoli e ricci; frequente la lontra ed il camoscio, comune il tasso, non rado l’orso; il lupo è specie fattasi rara assai o forse estinta.
Fra gli uccelli sono stabili: il fagiano di monte o gallo, la pernice bianca, il francolino, la coturnice, la starna, l’aquila reale, il biancone, il gufo reale e molti uccelli silvani e di palude.
Un buon Catalogo Ornitologico della Provincia e di quella di Valtellina pubblicò nel 1870 l’egregio signor Buzzi Dott. Erasmo da Dervio, appassionato studioso di scienze naturali.
Le acque del lago, gli alti monti, ed in particolar modo il Piano di Spagna a Colico, vennero più volte visitati da cigni, cicogne bianche, fenicotteri, pellicani, colimbi, ottarde, ed altre specie rare di lontanissime regioni.
Fra le varie specie di ofidi o rettili, velenosa è solo la vipera, estesa in tutta la Provincia, ma fortunatamente non comune. La distinguono dalle altre specie una lunghezza non superiore a cent. 65; la testa schiacciata, allargata alla base delle mandibole, labbro superiore segnato in bianco, ed una macchia nera che dall’occhio si estende oltre la nuca; dal collo alla brevissima coda due righe di oscure lineette alternate. Il colore varia passando dal bruno grigio al bruno rosso superiormente ed il ventre del color ardesia più o meno carico al rossastro. La vipera può deporre per ogni sgravo sino a dieci piccoli perfettamente formati, che vengono tosto abbandonati a sè stessi, raggiungendo il loro completo sviluppo in sei o sette anni.
GROTTE. — Sono ammirate quelle di Blevio, Rovenna, Careno, Tremezzo, Val Menaggio, dell’Alpe di Monte Codeno, di Cainallo, Grigna Settentrionale, da poco accessibile; di Laorca sopra Lecco, una delle più belle delle Lombardia; quella dei tufi ad Osteno sul lago di Lugano ed altre nel territorio varesino. Alcune, riadattate, vengono dette Crotti, che servono per deposito e conservazione dei vini, e fra questi godono rinomanza speciale quelli di Moltrasio, Dongo, Fiumelatte e Valganna.
ROCCE. — Per gran parte i monti appartengono all’epoca giurassica inferiore e media con dominio di calcare nero e bigio, dolomie semplici e cristalline, arenarie rosse e verdi, steatiti, calcare sacaroideo, gneiss, mica nero, micaschisto e schisti bituminosi; porfido sul Generoso, su alcuni monti varesini ed altri.
MARMI-PIETRE-ARGILLE. — Rinomate cave di marmo ed arenarie a Viggiù e Saltrio; calcare a Malgrate, Onno, Arcisate e Valganna; dolomia a Dongo e Valsassina; sacaroide e feldispato a Musso ed Olgiasca (Colico); bindellino a Dervio e Valsassina; lumachella in Tremezzina ed Esino; marmo nero ed occhiadino a Varenna; dolomiti e schisti ad Esino e Perledo; granito a Cavargnano; ardesie tegolari a Moltrasio, Laglio, Blevio e Valsassina; marne gessifere a Limonta e Nobiallo; tufo a Maggianico; argille da stoviglie e majoliche a Lecco, Como, Menaggio e nelle valli varesine; inoltre alabastro, cristalli di rocca, granate e tormaline.
METALLI. — Da antichissimi tempi erano conosciute le miniere di ferro in Valsassina (Vedi annotazione B); nonchè di piombo argentifero e rame di Gaeta e Cavargna Mandamento di Menaggio; di Dongo con rame, scoperte in principio del 1500; di rame e piombo argentifero a Mandello. Cave di argento a Velate e Valsassina; piriti aurifere in Valcuvia; piombo argentifero a Brusimpiano in Circondario di Varese; cinabro in Valsassina.
COMBUSTIBILI. — Ligniti e torbe a Bosisio, Cazzago, Angera e Colico. I monti forniscono legna di variatissime specie, quantunque da alcuni anni siano stati quasi denudati per sopperire alle accresciute spese comunali ed agli scarsi prodotti agricoli.
EPOCHE PREISTORICHE. — Nelle torbiere di Bosisio e Cazzago si rinvennero cuspidi di freccie in pietra ed oggetti in bronzo; nei laghi di Varese, Biandronno, Comabbio e di Pusiano esistono «Palafitte» ossia avanzi di abitazioni di popoli preistorici sepolti nei depositi lacustri, dove si raccolsero vasi di terra, di osso, armi, strumenti ed utensili di ogni maniera, nonchè avanzi ossei di animali, semi di cereali e di piante compresivi quelli della vite selvatica.
Oltre i depositi di Esino formati principalmente di gasteropodi, chemnizie, ammoniti e bivalve diverse; di pesci e rettili dalle forme strane a Perledo e Varenna; di mostruose arietiti a Moltrasio e Carate Lario; di grosse bivalve in Valsolda e Val Menaggio; ricchi depositi di variati fossili (Vedi annotazione C) ed impronte nel terreno cretaceo della Brianza, trovansi: grotte ossifere con avanzi di orsi «l’orso delle caverne o speleo» al Buco del Piombo (Canzo) ma specialmente nella «Grotta dell’Orso» sopra Laglio, visitata per la prima volta dal dott. Casella nel 1841 e nel 1850 descritta dal R. Don Vincenzo Barelli, Preposto di Laglio. Altri avanzi di animali come: lupi, volpi, scojattoli trovansi sul Monte Bisbino (m. 1325), in Val Menaggio, in Valganna ed Induno, Circondario di Varese, celebre per la sua zona geologica.
PRODOTTI. — I principali sono: frumento, segale, granoturco, castagne, vino, olive, canape, lino, legna, bozzoli da seta, ora prodotti in quantità inferiore, e di molto, ai due milioni e mezzo di chilogrammi di un tempo. Il raccolto veniva lavorato nella Provincia unitamente ad una ragguardevole quantità importata dalle vicine Provincie e dall’estero nelle numerose filande, e poscia nei filatoj ed incannatoj.
Nelle vallate e nei paesi montuosi fiorisce l’allevamento del bestiame e la fabbricazione dei latticini. Maggior lucro potrebbe dare l’allevamento se venisse fatto con sistema più razionale e col miglioramento delle diverse razze mediante selezione. Da pochi anni sorsero in buon numero le latterie sociali con ottimi risultati, ed è dato sperare di vederle ben presto aumentate di numero e di importanza.
Godono nomea gli stracchini della Valsassina, i formaggini di Montevecchia, le robiole di Lecco, i formaggini di latte-caprino della Valle di Dongo.
L’agricoltura è il principale ramo di produzione, ed il miglioramento delle coltivazioni e dei prodotti va semprepiù estendendosi per la insistenza di alcuni volonterosi e per l’opera di benemeriti Comizi Agrari.
La produzione agricola di molti paesi montuosi è insufficiente al mantenimento degli abitanti, per modo che molti, specie la gioventù, sono obbligati ad emigrare all’estero in cerca di lavoro.
INFEZIONI. — Alle diverse infezioni della vite, quali: l’oidio presentatosi nella Provincia nel 1851; la peronospora nel 1879; la fillossera in Europa poco dopo il 1860 e nella Provincia nel 1880, vennero loro opposti validi provvedimenti per ottenerne la distruzione.
Gravissimi danni apportano le piralidi della vite allo stato di larva distruggendo i grappolini in fiore, e più tardo, in agosto-settembre, penetrate negli acini ed assorbendone gli umori producono l’appassimento ed il marciume. Il più sicuro modo di distruzione è la caccia alle larve ed alle farfalline.
La diaspide del gelso venne osservata la prima volta in Valassina nel 1866, da dove lentamente si estese in tutta la Brianza, e nel Mandamento di Bellano nel 1888. I gelsi da alcuni anni mostrano un generale indebolimento susseguito da frequenti mortalità causate in gran parte da irregolare coltivazione e da una crittogama, fungo parassita, che vegeta sulle radici succhiandone gli umori. Anche la fleospora che macchia le foglie del gelso alle seconda vegetazione, anticipandone la caduta, serve ad indebolire maggiormente il prezioso vegetale.
Antichissimo il calcino nei bachi, causato pure da una crittogama scomparsa all’epoca delle razze giapponesi; la pebrina sviluppatasi nel 1852 in Italia e nel ’56 in Lombardia accompagnata dalla flacidezza e di nuovo il calcino, alla di cui distruzione richiedonsi speciali attenzioni e cure.
Altre numerose infezioni colpiscono annualmente piante d’alto fusto, cereali ed erbe. Nel Mandamento di Bellano vennero raccolte dallo scrivente, in questi ultimi anni, più di 40 varietà di infezioni crittogamiche e 33 di insettivore sopra 65 specie di vegetali.
Agli allevatori di bestiame cagionano gravi danni: l’afta epizootica, zoppina, che dal principio del secolo serpeggia per l’Alta Italia; l’ematuria, causata dal repentino passaggio dal cibo secco al verde sui pascoli alpini, e la morìa dei vitelli dopo pochi giorni dalla nascita.
MANIFATTURE-OPIFICI-ARTI DIVERSE. — Numerosissimi i telaj meccanici ed a mano sparsi ovunque, ma specialmente a Como e vicinanze, per la fabbricazione di stoffe di seta ed altri tessuti; i prodotti di alcune fabbriche rivaleggiano colle migliori dell’estero. Nel XIV° secolo erano i pannilani il principale articolo di produzione e di esportazione. A Cantù e nei dintorni lavorasi in merletti assai ricercati; estesa in vasta zona la fabbricazione di scelto mobiglio.
Sono in attività forni fusori, magli, fucine, laminatoj per ferro e rame; fabbriche di macchine, carri, attrezzi agricoli; numerose le cartiere, tintorie, concerie pellami; fabbriche di cappelli, sapone, terraglie, ceramiche; fabbriche di birra, gazzose, liquori; seterie, cotonifici, tessiture diverse; vetrerie, cantieri navali, strettoj da olio, in breve, sono in attività tutte le industrie ed arti.
Non difettano pittori e scultori distinti; intagliatori, ebanisti e lavoranti in marmo di merito non comune.
Note
- ↑ Benedetto Giovio — Storia Patria.