Silvio Pellico

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Questo testo fa parte della raccolta Poesie inedite (Pellico)


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LA GUIDA.





Cuius anima est secundum animam
    tuam.

(Eccli. 73. 16).



Ognor amai sublimi oggetti, e ognora
     Un più di tutti: — ah! quei non era Iddio,
     3Non era il sommo Ben ch’or m’innamora!

Ma fra i cuori mortali era il più pio
     Ch’io conoscessi, era alcun nobil cuore
     6Che a virtute innalzasse il desir mio.

Quai debbo grazie renderti, o Signore,
     Che fra mie cieche idolatrie pur mai
     9In beltà vili non ponessi amore!

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Nell’obblïar tua propria luce errai,
     Ma negl’idoli miei sempre io bramava
     12L’ineffabile incanto de’ tuoi rai.

Se creature troppo io venerava,
     Erano creature in te invaghite;
     15Era qualch’angiol che ver te volava.

Tai luminose tracce ivan seguite
     Sol dagli sguardi miei maravigliati,
     18E nel mondo io tenea l’orme irretite;

Ma perocch’io vedea gli angioli amati
     Anelare a’ tuoi lumi e benedirti,
     21Io pure i lumi tuoi sempre ho sperati.

Intero il voler mio non seppi offrirti
     Per lungo tempo, e nondimen io ardeva
     24D’annoverarmi fra i più giusti spirti.

I conosciuti iniqui io respingeva,
     E quando d’amicizia ad uom m’unìa,
     27Alto core a mio senno in lui fulgeva.

Or non più, non più voglio idolatrìa,
     Supremamente amar voglio te solo,
     30Benchè ogni fido tuo caro a me sia.

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Ma perdona se pure infra lo stuolo
     Delle tue creature predilette
     33Una più ch’altre sulla terra io colo.

Ella a fere calunnie non credette,
     E mi difese da’ nemici miei!
     36Ella a ben far tutti i suoi passi mette,

Ella è mia guida, il nostro Sol tu sei!