La Cortigiana (1525)/Atto secondo/Scena decima
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Pietro Aretino - La Cortigiana (1525)
Atto secondo
Scena decima
Scena decima
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Parabolano e Valerio.
- Parabolano
- Valerio, s’io, come tu dici, fussi inamorato, che remedio mi daresti tu?
- Valerio
- Trovare una ruffiana e scrivere una lettera.
- Parabolano
- E se la non la volessi?
- Valerio
- Di questo state sicuro, ché mai né lettere né denari sono refiutati da le donne.
- Parabolano
- E che vorresti ch’io gli dicessi?
- Valerio
- Quello ch’amor vi dettarà.
- Parabolano
- S’ella l’avesse per male?
- Valerio
- Io vi ricordo che le donne sono di piú molle carne e de piú tenere ossa di noi.
- Parabolano
- Quando manderesti tu questa lettera?
- Valerio
- Spettarei la opportunità del tempo.
- Parabolano
- Scempio, io t’ho pur fatto parlare: io ho altro caldo che d’amore.
- Valerio
- Padrone, ma per voi non si pigliava San Leo, poi che non vi basta l’animo d’ottenere una donna.
- Parabolano
- Né per questo scema una dramma del mio tormento. Or entriamo in casa, ché l’essere solo piú mi contenta che con altrui ragionare.