La Cortigiana (1525)/Atto quinto/Scena ventiduesima
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Pietro Aretino - La Cortigiana (1525)
Atto quinto
Scena ventunesima
Scena ventunesima
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Parabolano, Messer Maco in camisa, Valerio, Ercolano, Aloigia.
- Messer Maco
- Gli spagnoli, gli spagnoli!
- Parabolano
- Che romore è questo? Che cosa è?
- Messer Maco
- Gli spagnoli m’hanno ferito; ladri, bestie, furfanti!
- Parabolano
- Che vuol dir questo, messer Maco? Siate voi fuora de’ gangheri?
- Messer Maco
- I traditori m’hanno fatto un buco dietro con la spada!
- Valerio
- Ah, ah, ah, ah, che favole d’Orlando e de Isopo! Vàdasi a riporre el Poggio co’ le Facezie!
- Parabolano
- Dite su, che cosa è? Ancora oggi eravate dietro a queste pratiche!
- Messer Maco
- Io mi fussi...! Ora io vi voglio dire. Maestro Andrea m’aveva fatto cortigiano novo, el piú bel de Roma, e come el diavol volse, mi guastai in le forme, e come piacque a Dio, poi ch’io fui guasto, mi rifece e racconciòmi benissimo; e, come fui rifatto, volevo fare a mio modo et era onesto, e andai in casa a una signora e, spogliatomi per andare seco a dormire per sguazzare, gli spagnoli mi volloro ammazzare, e io saltai da la fenestra e m’ho avuto a rompere le gambe, sapete, messere?
- Valerio
- Bene è vero che Domenedio aiuta i putti e i pazzi. Donque, essendo guasto, in Roma avete trovato chi v’ha riconcio!
- Messer Maco
- Al piacere vostro, messer sí!
- Valerio
- Quanta piú ventura che senno avete avuto! Quanti de piú qualità de voi ne vengono a Roma acconciatamente, che disfatti e fracassati ritornono a casa loro! Non si pon mente a virtú e qualità niuna, anzi non si attende ad altro che guastare gli acconci òmini e rovinarli per sempre.
- Parabolano
- Ah, ah! Valerio, meniamo questo a casa con questa istoria ch’io voglio che ce n’abbiamo un altro pezzo di piacere; e scoppio del riso che mi viene a sentire le ciance che c’intertengono, e domattina dirai la cosa per ordine a Pattolo, omo dotto e arguto, e pregalo per parte mia che ne componga una comedia.
- Valerio
- Lo farò, di grazia. Madonna Aloigia, dentro in casa, ché ’l signore vole essere nostro a ogni modo.
- Aloigia
- Servitrice di sua signoria, e lo ristorerò.
- Valerio
- E voi, moglie di messer Ercolano, entrate con Aloigia. E tu, Ercolano, piglia el panno per il verso e tienti in visibilium le corna, perché le s’usano oggidí per maggiori maestri. E se tu fussi cronichista sapresti che le corna vennero dal cielo, e Moises le portò, ch’ognuno le vidde; dipoi la luna è cornuta, e stassi pur in cielo. Sono cornuti i buoi, che ci fanno tanto bene per arare. Cornuto piacque quel medesimo, el cavallo Bucefalas, e fu tanto caro ad Alessandro per il corno che l’aveva nel fronte. L’Alicorno non è prezioso per il corno che tien nella fronte contra veneno? E ’nsomma, l’arme del Soderino e de Santa Maria in Portico non son tutte corna? Sí che abbiale per onorevole cosa, come i cimieri. Et anche te ricordo che le donne con doe belle corna andavano a marito, perché Domenedio di sua mano ne ornò, come ho detto, il capo a Moises, e fu il maggiore amico ch’egli avessi nel Testamento Vecchio.
- Ercolano
- Io non so tante cose; venissino mo’ dal Limbo, ch’io non mi curo; e cognosco signori che l’hanno piú longhe ch’e’ cervi; ma so ben questo, che cosí povero e disgraziato come me vedete, n’ho posto una dozzina altrui. Ma di questa lasciamo vendetta a’ mia figlioli. Ora io entrarò, con vostra licenzia!
- Parabolano
- E voi messer Maco, sète troppo pericoloso con le donne! E’ le son la roina del mondo e ne sanno piú che li studi e con esse non averia pacienzia un pilastro, che mille anni tiene una colonna a dosso. Ma venèti anche voi in casa mia, e domattina vi farò riaver e’ vostri panni. Ma siate savio adesso, altrimenti le vi faranno impazzire, le male femmine!
- Messer Maco
- Io starò in cervello con le ribalde e voglio fare un poco di reputazione poich’io son cortigiano.
- Valerio
- Or andiamo a consumare questa notte in riso ch’anch’io ho piú letizia ch’io non mi pensavo.
Brigate, se la favola è stata longa io vi ricordo ch’in Roma tutte le cose vanno a la longa; e se la non v’è piaciuta l’ho carissimo, perché io non v’ho pregato che voi ci venissi. Pur, se aspettate cosí sino a questo altro anno, ne sentirete una piú goffa. Quando che voi abbiate fretta, a rivederci a Ponte Sisto!
Finis.