La Cortigiana (1525)/Atto quinto/Scena ventesima
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Pietro Aretino - La Cortigiana (1525)
Atto quinto
Scena ventesima
Scena ventesima
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Parabolano, Togna, Aloigia e Valerio.
- Parabolano
- Sí ch’in sogno m’è stato cavato di bocca ch’io era inamorato, e il Rosso è stato l’autore de vituperarmi!
- Aloigia
- Signor sí, e mi reccomando a Vostra Signoria perché l’esser troppo compassionevole e bona m’ha fatto errare; uh, uh, uh!
- Parabolano
- Oh, tu piangi! Per Dio, ch’io ho a rifarti!
- Aloigia
- Per vedervi stare sí mal d’amore e dubitando che per troppo amore voi non ammalasti, presi questo partito.
- Valerio
- Per Dio che la merita perdono, poiché l’è sí pietosa e ingeniosa che gli basta l’animo fare cosí ingeniose opere.
- Parabolano
- Ah, ah, ah! Sono io el primo?
- Aloigia
- Signor no.
- Parabolano
- Ah, ah, per Dio, ch’i mi voglio mutare di proposito e ridermi di questa cosí ladra burla e de la mia pazzia! E stammi benissimo ogni male, ché non ci doveva venire; e Aloigia ha fatto el debito suo.
- Valerio
- Or vi cognosco io savio; e voi madonna, state cosí malinconosa e sètevi ringrandita a sollazzare con sí gran maestro.
- Togna
- Ohimè, ch’io son stata tradita e menataci per forza con questi panni del mio marito.
- Aloigia
- Tu non dici el vero!