La Cortigiana (1525)/Atto quinto/Scena diciassettesima
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Pietro Aretino - La Cortigiana (1525)
Atto quinto
Scena diciassettesima
Scena diciassettesima
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Parabolano, solo.
- Parabolano
- Io sono el piú vituperato uomo del mondo, e stammi molto bene poich’io mi sono cosí lasciato menare da una roffiana e da un famiglio. E forse che non mi son riso di quella burla di Filippo Adimari, che, cavando i fondamenti de la casa che egli fa in Trastevere, gli fu detto che sul vespero vi era stato trovato quattro statue di bronzo: ond’egli in sottana, a piedi e solo, corse a vedere come un pazzo, e non ritrovando nulla restò com’ora son rimaso io a questa burla? E quanta noia ancora ho dato a Messer Marco Bracci fiorentino di quella imagine di cera che trovò sotto el capezzale, messagli da Piero Aretino? Imaginandosi che la fussi una malía, fece mettere a la corda la signora Marticci, credendosi che, essendo la notte dormita seco, gli avessi fatto tal fattura per troppo amore. Cosí m’ho preso piacer de’ dieci siroppi che prese messer Francesco Tornabuoni, sendoli dato a intendere che aveva il mal francioso. Ma chi non riderà? E tu, Valerio, da me a torto scacciato, dove sei? Adesso cognosco io ch’un servitore intende el vero.