La Cortigiana (1525)/Atto primo/Scena ventunesima
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Pietro Aretino - La Cortigiana (1525)
Atto primo
Scena ventunesima
Scena ventunesima
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Pescatore, Cappa.
- Pescatore
- Roma doma! Oh, credi, ch’è ’l Paradiso, naccheri!
- Cappa
- Che cosa c’è, Faccenda?
- Pescatore
- Oh, che ladronerie si fanno per Roma! E a chi? A un fiorentino! O pensa quello che se faría a un senese! Forse che tutto dí non vanno bandi che non si porti armi ?
- Cappa
- Non si può dire questa sciagura?
- Pescatore
- Te dirò: io sono stato giuntato di certe lamprede a un modo, per una via, ch’io mi vergogno a dirlo, e poi come un spiritato sono stato messo a la colonna. ’Spegni la lampa..., bussa la porta..., non fare male a persona...’ Et ho avuto tanti pugni, e tutto el capo mi hanno pelato, preti becchi, sodomiti, ladroni! Al corpo, al sangue, che s’io giungo quel ghiotton del sagrestano gli mangerò il naso, gli pesterò gli occhi e caverògli la lingua. Che maledetta sia Roma, la Corte, la Chiesa e chi ci sta e chi li crede!
- Cappa
- Per Dio, che l’è una gran truffaría e quasi quasi men pare avere, e s’io posso niente, comandami.
- Pescatore
- Ti ringrazio. Io voglio irmi con Dio di questa Roma porca, e forse forse ch’un dí, se io trovo un di qua in Firenze..., basta, basta!