La Cortigiana (1525)/Atto primo/Scena dodicesima

Atto primo
Scena dodicesima

../../Atto primo/Scena undicesima ../../Atto primo/Scena tredicesima IncludiIntestazione 30 maggio 2008 75% Teatro

Atto primo - Scena undicesima Atto primo - Scena tredicesima

Flaminio e Valerio.

Flaminio
Per mia fe’, che questi signori non meritano altri servitori che de la sorte del Rosso e il Cappa, e quasi piú giova de essere un simile che virtuoso. Quante volte m’ha ditto el padrone che ’l Rosso ha buona creanza e che gli è fedele e costumato!
Valerio
S’è un bugiardo, inbriaco, maldicente, ghiotto, ladro e simulatore! È ben creato el Rosso, e divino, o che cosa? E perciò le signorie de’ Signori dicono avere buona creanza colui che sa trinciare un fagiano, fare bene un letto o una reverenzia mentre che è dato loro bere; e piuttosto uno di questi Rossi doventa grande in Corte, che quanti interpetri ebbero mai le littere greche e latine. E piú superbo è un tale che per portare imbasciate è grato al padrone che non è umile la pazienzia! Oh, oh, oh, oh!
Flaminio
Gli è forse un’ora ch’io senti’ ch’un altro padrone biasimava Julio con dire che gli è plebeo e che ’l Signor Parabolano faceva gran male a dare tanto credito a un villano, essaltando la sua nobile e antichissima genologia.
Valerio
Flaminio, fratello, bisogna altro al dí d’oggi che dire: «De la mia casa fu monsignore tale e messer cotale!» Bisogna essere uomo da bene per le sue e non per le opere de’ suoi. E se la nobilità del sangue avessi a fare onorare gl’òmini che per loro stessi meritano niente, el re di Cipri, e ’l principe de Fiossa non sarebbono cosí male aviati, e anche il Signor Constantino riaría il principato de Macedonia, né si degnerebbe del governo di Fano.
Flaminio
Veramente giova[n] poco le croniche, gli epitaffi e i privillegi del benemerito de li antichi, né mai Rafaele giudeo vole prestare doi baiocchi alle memorie della nobilità, e in Roma tanto se estima quanto fa el Romanello se ’l Messia vien piú oggi che crai.
Valerio
Questo è chiaro e védesi che sino a la Fortuna si fa beffe del sangue greco e troiano, e il piú de le volte cardinali e papi sono de la stirpe de ser Adriano.