La Cicceide legittima/I/CXCVII

Sonetti

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I venti freddi, e i caldi egualmente molesti a D. Ciccio.
Al Sig. Conte Ronchi.

cxcvii.
J
Am satis Terrae nivis, atque dirae

     Grandinis misit Pater, et omai
     Gli Austri bollenti, e i gelidi Rovai
     4Dovrian depor gli usati sdegni, e l’ire.
Io ne prego Giunon, per non sentire
     più D. Ciccio esclamar, come tu sai,
     Conte, ch’egli ha per uso a far, se mai
     8Gli ode per l’aria striduli a muggire.
E nel ver, qual di lor fiero, e cruccioso
     Avvien, che fuor di casa il sovragiunga
     11Sempre porta sconcerto al suo riposo,
Poi ch’ove o questi, o quegli a soffiar giunga
     Essendo freddo l’un, l’altro focoso
     14Quegli accorcia i C .... questi gli allunga.