La Cicceide legittima/I/CCXXVII

Sonetti

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D. Ciccio dalla sua serva, che gli scaldava il letto fu scottato in un piede.

ccxxvii.
D.
Ciccio il poverel sempre è soggetto

     A qualche nuova insolita sciagura,
     E chi vedesse la sua genitura,
     4Vi troveria più d’un maligno aspetto;
Jer sera (udite questa) entrato a letto,
     Colei, che di scaldarlo avea la cura,
     Con una innavvertente scottatura
     8Il piagò bruttamente in un garetto,
Così nel modo, che ve l’ho descritto,
     Fermato in casa il misero indisposto,
     11E’ da la rabbia, e dal dolor trafitto.
Io mi stupisco, che colei più tosto,
     Un C.... il cui proprio è l’esser fritto,
     14Abbia voluto cucinarlo arrosto».