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Oblighi dell'Autore verso D. Ciccio spiegati per via d’emblema.
ccxxvi. Che co i C.... suoi l’esser m’ha dato.
Ma perchè tronca spesso il vital fiore
4Con falce intempestiva iniquo il Fato;
D’obbligo certamente assai maggiore
Io resto con D. Ciccio incatenato,
Ch’ei dando al mio poetico furore
8Materia di cantar, m’ha immortalato.
Dunque a mostrar, che la virtù paterna
Breve viver mi diè, ma che D. Ciccio
11Me lo conserverà con fama eterna,
Piangansi tre testicoli, e si scerna
Questo motto a spiegare il mio capriccio.
14Due C.... mi dier vita, un me l'eterna.
D. Ciccio dalla sua serva, che gli scaldava il letto fu scottato in un piede.
ccxxvii. A qualche nuova insolita sciagura,
E chi vedesse la sua genitura,
4Vi troveria più d’un maligno aspetto;
Jer sera (udite questa) entrato a letto,
Colei, che di scaldarlo avea la cura,
Con una innavvertente scottatura
8Il piagò bruttamente in un garetto,
Così nel modo, che ve l’ho descritto,
Fermato in casa il misero indisposto,
11E’ da la rabbia, e dal dolor trafitto.
Io mi stupisco, che colei più tosto,
Un C.... il cui proprio è l’esser fritto,
14Abbia voluto cucinarlo arrosto».
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