Prologo

../ ../Atto primo IncludiIntestazione 17 dicembre 2022 100% Da definire

La Cassaria (prosa) Atto primo
[p. 5 modifica]

PROLOGO.


Nuova commedia v’appresento, piena
     Di varî giuochi; che nè mai latine,
     Nè greche lingue recitarno in scena.
Parmi veder che la più parte incline
     A riprenderla, subito ch’ho detto
     Nuova, senza ascoltarne mezzo o fine;
Chè tale impresa non gli par suggetto
     Delli moderni ingegni, e solo stima
     Quel che gli antiqui han detto, esser perfetto.
È ver, che nè volgar prosa nè rima

[p. 6 modifica]

     Ha paragon con prose antique o versi,
     Nè pari è l’eloquenzia a quella prima:
Ma gl’ingegni non son però diversi
     Da quel che fûr; ch’ancor per quello Artista
     Fansi, per cui nel tempo indietro fêrsi.
La volgar lingua di latino mista
     È barbara e mal culta; ma con giuochi
     Si può far una fabula men trista.
Non è chi ’l sappia far per tutti i lochi:
     Non crediate però che così audace
     L’autor sia, che si metta in questi pochi.
Questo ho sol detto, acciò con vostra pace
     La sua commedia v’appresenti; e innanzi
     Il fin, non dica alcun, ch’ella mi1 spiace.
Perch’ormai si cominci, e nulla avanzi
     Ch’io ne devessi dir; sappiate come
     La fabula che vuol ponervi innanzi,
Detta Cassaria fia per proprio nome:
     Sappiate ancor, che l’autor vuol che questa
     Cittade Metellino oggi si nome.
Dell’argumento, che anco udir vi resta,
     Ha dato cura a un servo detto il Nebbia.
     Or da parte di quel che fa la festa,
Priega chi sta a veder, che tacer debbia.




Note

  1. Così nelle antiche stampe. Il Barotti credè nondimeno dover correggere: gli spiace.