La Buffa/III. Istantanee della Buffa/Caporetto
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CAPORETTO
Stavamo a Cima Tre Pezzi;
tutti i miei mitraglieri
erano stati a Gorizia,
nei fanghi di Zagradan.
Erano soldati stanchi
i resti gloriosi
della brigata gialla
erano i vecchi soldati
del 12.0 fanteria:
la 1069
compagnia mitragliatrici.
«Fino a quando dura la guerra?
Il papa vole la pace!
l'imperator la vole
e... scrivono i nostri giornali:
«La pace non la vogliamo».
Chi è che non vole la pace?
Quelli che stanno lontani,
quelli che fanno nuotare
le penne dentro l'inchiostro,
quelli che dormono bene
insieme alle nostre donne?
Ma noi la vogliamo la pace!
Fino a quando continueranno?
Quando si arrivava
sulle trincere nemiche
mancavano i rincalzi!
Come potremo durare?
Ci vogliono tutti morti!
Chi sono quei vigliacchi?
Anche gli altri son figli e
[‘mamma!
Non dirmi di libertà!
Che libertà è mai questa?
Ti lego al primo paletto,
ti metto i ferri da campo!
Il tribunale di guerra!
E... abbiamo perduto quei posti
che sembrano nidi pei falchi:
abbiamo perduto l’Erio!...
ed anche lo Spiz della Bisa!...
Anch'io sono generale:
a star al corpo d'armata,
oppure alla brigata,
a dire: «Uscite all’attacco,
vi seguo col cannocchiale!»
e dire: «Andate a morire!
La guerra mi fa divertire!»
Così parlavano i fanti
il venticinque ottobre,
quando arrivò un ciclista:
«Si scende alla pianura!»
La Mantova venne alla linea
e noi s’inizia la marcia:
«Per dove? si va a riposo?
Ci mandano alla Bainsizza?»
Ad un tratto scoppia la nuova:
«Le truppe nostre respinte!
Gorizia è stata sgombrata!
E' persa la Bainsizza!...»
Nessuno dapprima credeva,
ma un fremito corse i ranghi,
nessuno voleva parlare:
nessuno voleva tremare!
Nessuno sa dove si vada:
Le linee vanno a Vicenza!
Un bollettino del fante:
«Andiamo al Tagliamento!»
Ma giunti sotto Vicenza:
«Il Tagliamento è perduto!
Udine incendiala!
Il nemico vuole Venezia!»
Indietro, sugli altipiani!
Indietro, Brigata Casale!
a tagliare il passo al nemico:
s'ode cupo il rombo dai monti.
Si marcia tutta la notte,
chi pensa a Oslavia... al
[Podgora...
chi pensa al S. Michele!
chi pensa al monte Sei Busi,
a Selo, a San Giovanni,
ai tanti mesi perduti
per conquistare dei sassi,
ai tanti compagni caduti.
A Calvene piangon le donne,
a Rocchette, a Camisino,
le porte sono chiuse,
le finestre sono inchiodate.
A notte, si rompon le righe.
Nessuno maledice,
nessuno dice parola.
Il soldato toscano Pratesi,
un venditore ambulante,
di fede socialista:
«Ho cinque figlioli — disse —
sono tutti piccini,
stavolta, se vengono avanti...
stavolta,... voglio morire!...»