La 've d'alta beltà luce infinita
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IV
PER LA SIGNORA AURELIA PAVESE
Che danzava il ballo della Spada.
La ’ve d’alta beltà luce infinita
Cangiava notte in di sereno e chiaro,
Di bella spada belle danze armaro
4Bella Donna, che ognor sfida ogni vita:
Che fu veder l’avorio delle dita
Vibrare intorno il minaccioso acciaro?
Ah ch’era il minacciar sì dolce e caro,
8Che ogni cor si offeriva alla ferita.
Ed ella con sembianze al mondo sole,
Movea le vaghe piante in varie rote
11Leggiadramente all’amoroso gioco.
Ed avea sulla fronte i crin del Sole,
E le rose dell’Alba in sulle gote,
14E negli occhi d’amor d’Amore il foco.