L'avventuriere onorato/L'autore a chi legge

L’autore a chi legge

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Lettera di dedica Personaggi
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L'AUTORE

A CHI LEGGE.1

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N
ON posso negare che questa Commedia non abbia un poco del romanzesco, rispetto alla combinazione delle varie persone che si trovano nel medesimo giorno e nel medesimo luogo a riconoscere l’Avventuriere, e ad informare della di lui vita passata. Non è impossibile che ciò succeda, ma non è assai verisimile che ciò sia succeduto, e so benissimo che ai fatti veri, quando sono estraordinari, si ha nella Commedia il verisimile a preferire.

Pure, volendo io far vedere per quante vie fu dalla sorte condotto il mio Avventuriere, e dovendo osservare l’unità del tempo e del luogo, fui necessitato a sforzare un poco l’ordine degli accidenti, ed a valermi di una combinazione possibile.

Se avessi voluto sfuggire la critica di un tale arbitrio, potea farlo assai facilmente; poi all’azion principale ed alla catastrofe fortunata del Protagonista necessarie non sono tutte le di lui narrate avventure, ma ho voluto così dirigermi per certa allegoria che vi è sotto, e per divertire un poco più l’uditorio. L’allegoria di cui parlo, è accennata nella lettera Dedicatoria, che qui precede. In alcune delle circostanze di Guglielmo posso essere io medesimo raffigurato, ed ora che in questa mia novella edizione2 mi è venuto il capriccio di dipingermi ne’ frontispizj3, si vedrà col tempo dove in questa Commedia ho avuto intenzione di parlare di me.

Quand’io scrissi una tal Commedia, e per la prima volta l’esposi, Guglielmo Veneziano parlava il linguaggio del suo paese. Stampando poscia le opere mie in Toscana, fui consigliato in quella lingua a tradurlo, e l’ho fatto assai volentieri, poichè non rappresentandosi l’azione in Venezia, è cosa assai ragionevole che un [p. 196 modifica]galantuomo s’adatti a parlare il linguaggio più comune degli Italiani. Io anzi aveva prima un tal Personaggio scritto nella nostra favella, perchè destinato era a sostenere la parte un valorosissimo Pantalone, vale a dire il Signor Antonio Collalto, che dopo di avere riscossi lunghi applausi in Italia, passato è a Parigi, dove presentemente è stimato ed applaudito qual merita.

  1. Uscì questa prefazione la prima volta nel t. IV dell’ediz. Pasquali di Venezia, l’anno 1762. Altrimenti leggevasi nel t. III (1753) dell’ed. Paperini di Firenze, come si vede nell’Appendice I.
  2. Intendesi l’ed. Pasquali.
  3. Si intendono le prefazioni stampate da noi nel vol. I.