L'uomo delinquente/Parte nona/VII

Capitolo VII. Cause del delitto politico.

L'uomo delinquente/Parte nona/VI L'uomo delinquente/Parte decima/I IncludiIntestazione 12 maggio 2012 75% Criminologia

Capitolo VII. Cause del delitto politico.
Parte nona - VI Parte decima - I

1. Cause etniche orografiche. — 2. Cause politiche. — 3. Cause economiche, religiose.


È il delitto politico una specie di reato per passione che in tanto è dannoso e punibile in quanto porta offesa all’odio del nuovo, proprio della razza umana, specialmente nella religione e nella politica, come ho dimostrato nel mio Delitto politico.

1. Orografia. — Grande è l’azione orografica. Si può dire che i principali conati alla libertà e le ultime resistenze alla servitù si ebbero fra gli abitanti delle montagne oppure nei punti ove convergono le valli, e perciò si agglomerano le popolazioni pei loro bisogni naturali, morali, politici o industriali. La Polonia dovette forse la precocità della sua civiltà e le sue molte rivoluzioni alla sua posizione. Densità, salubrità e genialità. — Altrettanta importanza ha l’addensarsi di popolazione per qualche altra ragione, le rivoluzioni prevalgono nei centri e nei paesi industriali più che negli agricoli. Essi prevalgono dove i climi sono più sani e la genialità maggiore, come in Firenze, in Atene, a Ginevra.
Razze. — Molto vi può l’influenza etnica. In Francia il massimo dei ribelli si ha dove prevale la razza gallica e ligure, il minimo dove prevale la razza cimbrica e iberica. In Italia vi hanno paeselli e città, come Livorno, note per la loro costante tendenza alla ribellione; così è dei romagnoli.
Innesti. — Un’azione etnica più chiara si sorprende nell’innesto reciproco di razze che può farle diventare tutte più rivoluzionarie, più progressive, fenomeno che si ricollega alle scoperte del mondo vegetale di Darwin e di quello animale di Romanes, secondo cui prima causa dell’evoluzione sarebbe l’incrocio. Ne abbiamo un esempio negli Ioni, più rivoluzionari che i Dori, e nei Polacchi e nelle repubbliche americane del Sud.

2. Lotta per la supremazia tra le varie classi sociali. — È un effetto di quella ineguaglianza che Aristotele chiama fonte di tutte le rivoluzioni. Da una parte, egli scrive, vi son coloro che vogliono l'eguaglianza e che insorgono, se credono di aver meno degli altri, anche se sono uguali a quelli che hanno di più; dall’altra parte coloro che aspirano. al potere si sollevano, se, essendo ineguali, pensano che non vi sia più ragione dell’ineguaglianza. Peggio è il prevalere di una classe. Così la prevalenza dei patrizi a Roma preparò le maggiori più frequenti rivoluzioni romane, la prevalenza dei nobili nel medio evo preparò il trionfo dei popoli grassi e questi del popolino, ecc.
Partiti. — I partiti e le sette, a volte utili nella lotta dei deboli contro i forti, furono spesso, come li chiama Coco, mezzi di corruzione dell’uomo che a sua volta corrompe la nazione. Così avvenne in Italia nei Comuni Medioevali. Da noi, la Mano Fraterna in Girgenti, scoperta nel 1883, era in origine una specie di società di mutuo soccorso che presto degenerò.
Imitazione. Ideali epidemici. — Noi vedemmo la criminalità, la pazzia, l’allucinazione farsi epidemiche per vera imitazione nelle plebi sommosse. L’imitazione è potente causa di rivolta. E noi vediamo quando scoppia una rivolta in un punto sorge immediatamente centinaia d’altre. Aristotele nota come causa di rivolte sia la vicinanza di paesi governati diversamente. La vicinanza della oligarchia di Sparta faceva spesso cadere la democrazia di Atene e viceversa. Più ancora vi influisce il dominare quasi epidemico di certi ideali. Prima era il monarchico, la gloria del proprio re, poi fu la sovranità popolare, poi il « principio delle nazionalità », ora « il miglioramento delle condizioni economiche » che diventano bandiere attorno a cui si aggruppano i desiderosi di rivolta.
Tradizione storica. — «Ogni rivoluzione », lasciò scritto Machiavelli, «lascia un addentellato per un’altra ». Le tendenze rivoluzionarie della Romagna si connettono colla loro storia medioevale:

«Romagna tua non è né sarà mai
Senza guerra nel cuor dei tuoi tiranni»
(Dante)
Egualmente la Comune di Parigi si atteggiò all’89 e questa alle Jacqueries, mentre l’Assemblea Nazionale di Parigi si foggiava sulle « Assemblee Provinciali » di Francia. Così in Spagna le rivoluzioni militari sono diventate un’abitudine, come l’uccisione degli Czar in Russia.

Riforme politiche inadatte. Cattivi governi. — Un governo in cui il benessere pubblico sia negletto e gli onesti perseguitati, è causa di rivolte e di rivoluzioni. Ma lo è più ancora un governo il quale ignorante della natura umana, decreti misure non corrispondenti alle condizioni del momento, distruggendo istituzioni antiche per sostituirvene delle nuove, non perché sieno richieste, ma perché le videro o applicate da altri e ad altri organismi sociali. In tal modo destano il malumore che eccita ogni riforma e creano un vero equilibrio insanabile, con grande deperimento di forze e rinnovamento di rivoluzioni. Così avvenne delle riforme di Arnaldo e di Savonarola, così di Cola di Rienzo.

3. Influenze economiche. Imposte. Alterazione moneta. — L’immiseramento soprattutto di una classe a favore di un’altra, eccita a rivolte, e l’eccita spesso l’alterazione del valore della moneta a cui i governi ricorrono abbastanza sovente. L’Amari dimostrò che i Vespri Siciliani si riconnettono al malcontento destato dall’alterazione del valore della moneta avvenuta in quegli anni. Il movente massimo della Rivoluzione francese pare sia stato dovuto non ai detenuti della Bastiglia, ma alla distruzione delle barriere. Di 16 sommosse sopra 142 avvenute in questo secolo, ossia per l’11,2% furono cause le carestie. L’incremento delle sommosse per cause economiche nella nostra epoca in confronto coll’aritica ed in ragione inversa delle sommosse militari, deriva dal fatto che quelle serpeggiano nelle nazioni più civili; si vede infatti che

su      19 ribellioni   la Spagna    ne ebbe   5 milit.3 econom. operaie
»       24              la Turchia	»       9       1	»
»       16              il Belgio	»       -       8	»
»       15              l'Inghilterra	»       -       8	»

Stato nascente. - Il predominare di alcune cause in modo assoluto in alcuni tempi e non in altri, sispiega poi col fatto che, come nella chimica: così nella sociologia l’influenza di alcuni agenti in istato nascente è assai più potente e più netta e lascia traccie più durature. Attualmente una religione ben poco influisce sulla civiltà e sulla evoluzione, ma quando era in istato il moto che induceva l’incremento avevano un effetto infinitamente maggiore.
Disfatte. — Occasioni di sommosse sono pure le guerre. Così a Tebe dopo perduta la battaglia degli Enofiti il governo fu rovesciato. Ad Atene le classi ricche perdettero il primato dopo che perdettero le guerre contro Sparta. La guerra franco-prussiana come l’Impero tedesco, provocò la Repubblica francese. Secondo Renan le due grandi rivoluzioni ebrei del giudaismo e del cristianesimo si dovettero, oltreché ai Profeti, alla grande perturbazione provocata fra gli ebrei dalle vittorie degli Assiri e dei Romani. Ben inteso che se le occasioni influiscono sulle rivolte, non sono che un pretesto, una determinante nelle rivoluzioni, fanno cioè che un popolo predispostovi vi precipiti.